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Roma, Roberto Gualtieri trionfa nelle primarie ma senza avversari: al Partito Democratico piace vincere facile

Daniele Di Mario
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È Roberto Gualtieri il candidato sindaco di Roma del centrosinistra. Il verdetto delle primarie è netto e inconfutabile: l’ex ministro dell’Economica vince superando il 60% dei consensi. Un esito scontato, considerando che Gualtieri era l’unico candidato del Partito democratico e vista la frammentazione delle altre forze politiche della coalizione, ciascuna delle quali ha presentato un proprio candidato. Il Pd può tirare comunque un bel sospiro di sollievo: smentite le cassandre che alla vigilia avevano profetizzato un’affluenza fiacca. L’ex sindaco Ignazio Marino, ad esempio, in una intervista all’Espresso aveva pronosticato non oltre ventimila votanti. Sono stati 45mila. Non una folla oceanica, considerando che nel 2013 furono 110mila. Ma era un’altra stagione politica, era un altro Pd, il centrosinistra godeva di salute migliore. In quell’occasione vinse proprio Marino - sostenuto da Goffredo Bettini, dalla corrente di Nicola Zingaretti e dai Popolari - che sconfisse David Sassoli, candidato di AreaDem, e i due candidati renziani, Paolo Gentiloni e Patrizia Prestipino. Sassoli oggi è presidente del Parlamento europeo. Gentiloni, dopo quelle primarie, è stato ministro degli Esteri, presidente del Consiglio e oggi è Commissario Ue agli Affari economici.

 

 

Stavolta i vertici Dem non hanno voluto altre candidature Pd contro Gualtieri: chissà se qualcuno dei suoi sfidanti ricoprirà un giorno incarichi simili. Vince Gualtieri e il Pd salva la faccia: 45mila elettori sono tremila in più di quelli che nel 2016. Sfida vinta, insomma: l’obiettivo del Nazareno era proprio superare o quantomeno eguagliare i dati di affluenza delle primarie a sindaco di cinque anni fa. Obiettivo non scontato, visto il primo vero weekend estivo e gli Europei di calcio con l’Italia impegnata alle 18 contro il Galles. Paura passata. Enrico Letta esulta. «Bene! La prima scommessa è vinta. Le primarie a Roma e Bologna sono un successo di popolo e pur in epoca Covid hanno affluenza come preCovid. Il successo di Lepore e Gualtieri dimostra che abbiamo avuto ragione a non aver paura a farle perché il popolo di centrosinistra è con noi. Avanti!», scrive su Twitter il segretario nazionale del Pd. Soddisfazione condivisa da tutto lo stato maggiore Dem. Tutto lo stato maggiore Dem. «Grazie a tutti quelli che hanno votato alle primarie. Ai volontari che hanno lavorato e a chi si è mobilitato in pandemia per far pesare la sua opinione. Come tante cose, non saranno perfette, ma le primarie restano un grande strumento di democrazia», commenta la capogruppo Pd alla Camera Debora Serracchiani. «Dalle primarie di Roma e Bologna una grande dimostrazione di unità e partecipazione democratica - dice invece Francesco Boccia, responsabile Enti locali della segreteria Letta - Grande affluenza nonostante le regole del Covid-19 e tanta voglia di tornare alla politica per strada e nei gazebo. Grazie a tutti i volontari che hanno reso possibile questa bella giornata di democrazia che si aggiunge alla storia delle primarie di questi ultimi 16 anni. Con le primarie vince sempre la democrazia partecipata. Ora uniti per vincere contro le destre».

 

 

 

Quanto ai risultati, i primi dati che affluiscono al coordinamento delle primarie di via dei Cerchi decretano Roberto Gualtieri vincitore con il 62,2%. Secondo posto con il 15,1% per Giovanni Caudo, presidente del III Municipio ed ex assessore all’Urbanistica della Giunta Marino. Terza Imma Battaglia (Liberare Roma) con il 7,2%, quarto Paolo Ciani (Demos-Comunità di Sant’Egidio) con il 6,3%, quinto Stefano Fassina (Sinistra Italiana) con il 5%. Sesto Tobia Zevi con il 2,8%, seguito dall’ex M5S Cristina Grancio con l’1,1%. A Bologna sarà invece Matteo Lepore il candidato sindaco del centrosinistra. Il candidato del Pd ha vinto con il 55% il voto on line e ai gazebo è avanti con circa il 60% sulla sfidante, la sindaca di San Lazzaro di Savena Isabella Conti, candidata indipendente lanciata da Matteo Renzi e sostenuta da Italia Viva e Base Riformista, la corrente degli ex renziani del Pd.

 

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