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Centrosinistra, primarie per quattro gatti: allarme affluenza per Roma e Bologna

Dario Borriello
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Roma e Bologna per capire lo statuto di salute del centrosinistra. Oggi, dalle 8 alle 21, si riaprono le urne delle primarie per scegliere gli ultimi due candidati sindaci delle grandi città al voto in autunno. Ma sulla rive gauche della politica italiana i risultati serviranno ai leader principalmente come bussola per sapere se la strada imboccata è quella giusta. O, quantomeno, condivisa con la maggior parte degli elettori.

ROMA - Nella Capitale la sfida è a sette: Roberto Gualtieri, sostenuto dalla dirigenza dem, se la giocherà con il presidente del III Municipio ed ex assessore all’epoca di Ignazio Marino, Giovanni Caudo, sostenuto proprio dall’ex sindaco, con il deputato di LeU, Stefano Fassina, il civico Tobia Zevi, Paolo Ciani (Demos-Comunità di Sant’Egidio), l’ex M5S Cristina Grancio (che corre per il Psi) e Imma Battaglia, storica attivista per i diritti Lgbt sostenuta da Liberare roma, progetto civico vicino all’aeuroparlamentare Massimiliano Smerigilio e al minisindaco della Garbatella Amedeo Ciaccheri. L’obiettivo è quello di superare l’affluenza di 46mila votanti registrata nel 2015, in una sinistra scossa per la caduta rovinosa, con tanto di sfilata dal notaio, della giunta del «Marziano». Le prospettive non sembrano rosee, almeno stando alle poco meno di tremila prenotazioni per il voto online registrate alla vigilia della consultazione. Anche perché serve un affermazione forte del candidato che se la vedrà poi alle amministrative contro l’uscente Virginia Raggi, il leader di Azione, Carlo Calenda, e il «tridente» del centrodestra, composto da Enrico Michetti, Simonetta Matone e Vittorio Sgarbi.

 

 

BOLOGNA - A Bologna, invece, il testa a testa è solo tra Matteo Lepore e Isabella Conti: il candidato sostenuto dal Pd contro la giovane sindaca di San Lazzaro di Savena, che ha come sponsor Matteo Renzi ma soprattutto l’area interna ai dem, Base riformista. Anche in questo i numeri saranno fondamentali, perché il target è quello di portare almeno 20mila cittadini a votare per le primarie. Le premesse, comunque, fanno ben sperare, visto che più di cinquemila persone hanno provveduto a fare la preregistrazione. Se a prevalere fosse Lepore, che ha ricevuto l’endorsement anche del leader in pectore del M5S, Giuseppe Conte, ci sarebbe uno spiraglio per provare a costruire un’alleanza larga alle elezioni, coinvolgendo non solo Leu ma anche gli stessi Cinquestelle.

 

 

LETTA IN CAMPO - Di sicuro il tema interessa il segretario del Pd, Enrico Letta, che evita comunque di esporsi alla vigilia. Ma non rinunciando a lanciare un messaggio ai detrattori. «Grazie ai tantissimi volontari che stanno lavorando per rendere possibile che domani a Bologna e Roma migliaia di cittadini partecipino alle primarie - twitta l’ex premier, che voterà alle primarie romane alle 17 a Testaccio -. Ai critici di questa nostra preferenza per la partecipazione dico che noi siamo fatti così. E, su questo, non cambieremo». Ma adesso la l’ultima parola spetta agli elettori.

 

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