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Attenti a quei due: Enrico Michetti e Simonetta Matone in piazza per vincere a Roma

Pietro De Leo
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È l’esordio su una piazza, per il ticket schierato dal centrodestra per Roma Capitale. Introdotti dal Segretario della Lega Matteo Salvini con il più tipico degli incoraggiamenti romaneschi, «Daje», il candidato sindaco Enrico Michetti e la candidata a prosindaco Simonetta Matone si affacciano sul palco di Bocca della Verità. E si capisce già una sorta di scansione dei temi. Più ritagliata sul sociale la magistrata, più vocato su lotta al degrado, ciclo rifiuti e competitività delle imprese Enrico Michetti. Questo è quel che si intravvede nei minuti riservati ai protagonisti della corsa al Campidoglio.  A parlare per prima è la candidata prosindaco. «Io ed Enrico Michetti – spiega - siamo in ticket. Tra noi non ci sono rivalità perché veniamo da mondi diversi, votare noi vuol dire votare il nuovo e voltare pagina». Lei definisce questa prova elettorale non una «sfida», perché «è inutilmente retorica», ma una «discesa in campo, come direbbe Berlusconi, a cui va il mio saluto». E poi va a cogliere il punto delle condizioni della città. «Roma non può essere solo buche, autobus, e metro pieni di gente durante la pandemia, cinghiali in strada. Occorre una visione internazionale». Nel suo intervento, peraltro, trovano spazio anche i mali che avvolgono la nuova generazione, a Roma come in Italia. «Il disagio giovanile – spiega - è una bomba a orologeria sulla quale siamo seduti». E poi sottolinea «il mondo di tante famiglie nel disagio, il mondo delle case famiglie e dei papà separati è un mondo cui voglio essere accanto».

 

 

Altro tema affrontato dalla candidata prosindaco, la qualità del personale politico. «Noi abbiamo bisogno di grandi capacità personali perché la più grande idiozia del nostro tempo è lo slogan "uno vale uno". Non è vero, va bene sul piano dei diritti e dei doveri non su quello della professionalità. Abbiamo bisogno di meritocrazia vera non raccomandatoria».  Dopo di lei, sul palco è la volta di Enrico Michetti. «Sono orgoglioso di voi», dice alla folla di Bocca della Verità. L’argomento del degrado cittadino è affrontato con grande forza dal candidato Sindaco: «Una volta Roma rappresentava la più bella cartolina del pianeta, oggi nel pianeta ci conoscono per i rifiuti che gli mandiamo» ,osserva e poi scandisce brevemente quali sono gli obiettivi. Proprio su questo argomenti pone l’accento sulla necessità di «organizzare una raccolta differenziata spinta e realizzare impianti per trasformare il rifiuto in prodotto».

 

 

Altro argomento affrontato quello della macchina amministrativa. «Ci occuperemo anche di tutti i dipendenti del Comune di Roma e delle società partecipate, un grande capitale umano», assicura. E ancora: «I lavoratori della Pubblica amministrazione li aiuteremo, sono privilegiati perché hanno la possibilità di mettersi al servizio della città, della Capitale e quindi di tutti i cittadini italiani». In generale, dice, «noi metteremo al centro il cittadino e il lavoratore: tutte le categorie che hanno sofferto durante questa pandemia, gli ambulanti e le partite iva, quelli che se non lavorano crepano».

 

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