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Lega in piazza a Roma, Matteo Salvini rilancia l'unione del centrodestra. Sulla giustizia scintille con l'Anm

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Il palco allestito come fosse una grande finestra spalancata, chiaro richiamo alle riaperture che ormai riguardano tutto il paese. E poi nessun simbolo di partito perché, come dice lo slogan dell'evento, 'Prima l'Italia'. La Lega e Matteo Salvini tornano tra la gente, a Roma, per "ringraziare gli italiani che sono stati straordinari in questo anno e mezzo" di Covid. Secondo gli organizzatori a rispondere all'appello in piazza Bocca della Verità, a due passi dal Circo Massimo, sono in 5mila "nonostante le limitazioni per gli accessi" e il gran caldo. Sventolano tricolori, quasi tutti indossano la mascherina, che Salvini spera di veder tolta al più presto perché "se tutta Europa sta dicendo almeno all’aperto torniamo a respirare, penso che l’Italia debba fare altrettanto". Soprattutto ascoltano il Capitano prendersela con l'Associazione nazionale magistrati sul tema dei referendum sulla giustizia che il Carroccio ha presentato assieme al Partito Radicale e rilanciare l'appello al centrodestra a unirsi.

"Dopo il Covid, la politica non ha il diritto ma il dovere di essere unita, veloce, concreta ed efficace - sottolinea dal palco Salvini -. Questo ci chiedono gli italiani: non divisioni e litigi, ma concretezza e compattezza. Insito, e arriverò all'obiettivo perchè sono un testone, a chiedere a tutti gli amici del centrodestra di metterci insieme per aiutare l’Italia". Il leader della Lega invita quindi gli alleati della coalizione a "lasciare da parte gelosie, egoismi, steccati, divisioni" e a "unire il meglio delle idee, dei valori, delle culture con una carta fondativa di valori comuni che mettano al centro lo sviluppo, il futuro, lo sviluppo, la famiglia e soprattutto la libertà". Presto, assicurano fonti della Lega, Salvini tornerà ad incontrare il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi.

L'attualità però è occupata anche da un altro tema, quello della giustizia. "Ho visto la reazione scomposta di una corrente dei magistrati che parla di un pericolo quando ci sono i referendum - afferma Salvini -. Mi spiace di aver letto certi toni da chi dovrebbe essere al di sopra delle parti. Suona come una minaccia quella del presidente dell’Anm. Guai a chi minaccia. Io spero che chi di dovere intervenga, chiedo il rispetto della Costituzione". Il riferimento è alle dichiarazioni del presidente dell'Anm, Giuseppe Santalucia, che ha annunciato una "ferma reazione" poiché "il fatto stesso che si porti avanti il tema referendario sembra esprimere un giudizio di sostanziale inadeguatezza dell’impianto riformatore messo su dal Governo; e fa intendere la volontà di chiamare il popolo ad una valutazione di gradimento della magistratura". Parole che non vanno giù a Salvini né a Maurizio Turco, segretario del Partito radicale, che sempre dal palco di Roma è netto: "Questa cosa dell’Anm è gravissima, è un attacco alla democrazia e il presidente della Repubblica deve intervenire. Il silenzio di Mattarella in questi anni sulla giustizia è qualcosa di incomprensibile".

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