paese confuso
Caos vaccini, la conferenza di Mario Draghi: "AstraZeneca, chi vuole può fare la seconda dose"
"Chi non vuole fare la vaccinazione eterologa è libero di fare la seconda dose con AstraZeneca". Il dubbio non è se fare o no il vaccino, il dubbio è solo su quale dose ricevere. Il presidente del Consiglio Mario Draghi rientra da Barcellona e convoca la conferenza stampa d'urgenza per fare "chiarezza" una volta per tutte sulla confusione che si sta espandendo a macchia d'olio sul mix dei sieri dopo lo stop di AstraZeneca.
In sostanza la vaccinazione eterologa funziona ma chi ha ricevuto la prima dose di Astrazeneca è libero" di fare la seconda con lo stesso farmaco purché abbia il parere di un medico e un consenso informato bene. "Vaccinarsi è fondamentale", rimarca il premier "e la cosa peggiore che si può fare è non vaccinarsi o vaccinarsi con una dose sola". Il rischio che la campagna vaccinale si areni e che le persone rinuncino alla seconda dose è concreto. L'inghilterra insegna che la variante Delta del Coronavirus è pericolosa e prende piede velocemente proprio nei Paesi che hanno favorito la somministrazione della prima dose lasciando indietro i richiami. Nessun passo falso, questo è il ragionamento del premier, in un momento tanto delicato come questo, con la ripresa e soprattutto con la diminuzione dei contagi non si può rischiare di tornare indietro. Per questo il presidente del Consiglio, con al suo fianco il ministro della Salute, Roberto Speranza, e il commissario all'Emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, scende infatti in campo in prima persona: "Anche io mi sono prenotato martedì per fare l'eterologa, perchè ho più di 70 anni e la prima dose di Astrazeneca ha dato una risposta degli anticorpi bassa. Per questo mi si consiglia di fare l'eterologa. Quindi se funziona per me funziona ancora di più per quelli che hanno meno di 70 anni".
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Il tema è caldissimo e i numeri alzano l'allerta. A lanciare l'allarme oggi lo stesso Figliuolo dichiarando che "all'appello ad oggi mancano 2.8 milioni di over 60" e "probabilmente ci sono circa 100mila persone che hanno dei dubbi" sul mix di vaccini. Una condizione che ha costretto il commissario a scrive alle Regioni chiedendo "di continuare in maniera attiva a cercare gli over 60" e comunicare alla struttura da lui guidata "il numero di soggetti: impossibilitati ad aderire alla campagna vaccinale per motivi sanitari; che hanno manifestato la volontà di non aderire alla suddetta campagna, suddiviso per classi di età". Una vera e propria stretta dal governo per 'convincere' e soprattutto fornire quella giusta informazione per non allontanare i cittadini dall'unica via d'uscita dalla pandemia: i vaccini. La partita da giocare è tutta lì, per questo Draghi insiste: "Bisogna cercare tutti coloro che non si sono ancora vaccinati, i cinquantenni, questa è la sfida che abbiamo noi da vincere. Non so quanti siano ma questi sono quelli che si ammalano, in maniera grave e devono essere vaccinati". L'ex capo della Bce, tuttavia, ci crede e soprattuto ha fiducia negli italiani che ringrazia personalmente: "Nonostante tutta questa confusione sui vaccini, è straordinario come la popolazione non mostri l'intenzione di diminuire la vaccinazione o di non vaccinarsi, è uno dei comportamenti più ammirevoli, ricordiamocelo"
Non abbassare la guardia e continuare a martellare. Questo è l'ordine di scuderia per non rimettere in discussione i passi verso la ripartenza e la ripresa dell'intero Paese. Anche sulle mascherine il presidente del Consiglio è netto: "Non ci sono date" per eliminare l'obbligo delle mascherine all'aperto. "Chiederò domani al Comitato tecnico scientifico un parere perché ci dica esplicitamente se si può togliere o no". Il rischio insomma deve essere sempre "ragionato" e "ponderato". E sulla proroga dello Stato di emergenza - che scade il 31 luglio - Draghi taglia corto: "E' vero che non mi sono mai espresso (su un'eventuale proroga dello stato di emergenza, ndr) ma se avessi avuto intenzione di esprimermi, mi sarebbe passata la voglia dopo aver letto l'articolo del professor Cassese ieri, che richiama tutti quelli che si vogliono esprimere prima, al fatto che non si può decidere lo stato di emergenza con un mese e mezzo di anticipo. Un'emergenza e' un'emergenza che si verifica, quindi lo decideremo quando saremo vicini alla data di scadenza".