tutto in mano al fedelissimo
Mario Draghi è stufo della lentezza della burocrazia della politica: ministri commissariati, così si cambia marcia
Mario Draghi è in carica da pochi mesi e già si è stufato della lentezza della politica, tra leggi e decreti che non vedono mai la luce e si bloccano tra ministeri, commissioni e decreti attuativi mancanti. Come riferisce Libero sono sempre di più gli arretrati, compreso materiale dei precedenti governi e allora il Premier ha detto basta, varando un nuovo piano per velocizzare la macchina burocratica della politica. In ballo ci sono i miliardi del Piano nazionale di resistenza e resilienza: eventuali ritardi sarebbero fatali per avere i soldi del Recovery Fund dall’Europa.
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“Così non va. Per questo, ho deciso di adottare un nuovo metodo” la sintesi del pensiero di Draghi, che ha annunciato ai suoi ministri un cambio di metodo. Serve “più velocità” nell'adozione dei provvedimenti attuativi ai quali le norme di legge rinviano e, visto che i ministeri non riescono a farlo con celerità, sarà tutto accentrato e finirà tutto nelle mani del suo fedelissimo Roberto Garofoli, vice e braccio operativo. “Ci sarà un nuovo metodo operativo, condiviso con il sottosegretario alla presidenza Roberto Garofoli. Ad ogni ministero vengono assegnati degli obiettivi da perseguire, con target specifici di decreti da adottare, a partire dai mesi di giugno e luglio 2021. Sarà un impegno prioritario per i ministeri”.
Inoltre Garofoli “si recherà presso i ministeri per verificare che l'attuazione proceda. Il ciclo di incontri è stato già avviato ieri con il ministro dell'Economia e proseguirà nei prossimi giorni con gli altri ministri”. Garofoli stesso ha illustrato il piano, che ha lasciato attoniti i ministri. Ma Draghi non ha tempo da perdere e deve dare una spinta a tutto il Paese.