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Pioggia a Roma: è il giudizio di Dio sui sindaci. Ai romani ne serve uno con gli stivali

Francesco Storace
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Le mani nei capelli. Anzi sullo scafandro, ché ormai neppure a giugno si può camminare tranquilli per Roma. La bomba d'acqua che ha paralizzato ieri la parte nord della città ha provocato danni enormi. È sempre la solita storia: se nella Capitale piove ci possiamo mettere il cuore in pace. Il giudizio di Dio si abbatte sui sindaci. Il maltempo fa vittime soprattutto in Campidoglio. Ci combattè Gianni Alemanno con la neve, Ignazio Marino si beccò l'alluvione e gli sghignazzi della Raggi, ora si ritorce tutto contro donna Virginia. Che maledice il destino cinico e baro. Al centrodestra converrà candidare a sindaco un personaggio dotato di buoni stivali. Il violento acquazzone di ieri era scritto nelle previsioni. E se in Campidoglio c'è una colpa, è quella di non aver mobilitato la struttura ad impedire danni. C'è da vergognarsi a raccontare quanto accaduto.

 

 

Corsie d'acqua manco fossimo in presenza di una gara di canottaggio per quanto le strade erano allagate. Corso Francia ne è stato l'esempio più evidente, i social sono stati impietosi con i video che sono partiti a manetta sulla rete. Poi, le notizie più drammatiche, sconcertanti, quelle che ti lasciano davvero a bocca aperta. 40 bambini di un asilo prelevati da una struttura che era diventata inagibile e pericolosa per loro e quindi evacuata in fretta. Un ragazzo disabile salvato nella sua automobile dai carabinieri. Manco nel terzo mondo si campa così. È la città dove vie e attività commerciali sono invase dai topi che fanno mostra di sé. Ad ogni angolo spuntano mandrie di cinghiali che si avventurano a caccia di immondizia che non manca mai, in una specie di rovistaggio animalesco che fa davvero pena. E un po' paura se ti si rivoltano contro. I rifiuti ci sommergono ovunque. Ma le immagini degli allagamenti nel mese di giugno erano un'opzione che non ricordavamo. Dopo le prove per le motociclette tra le buche di Roma, conquisteremo un'altra specialità con le imbarcazioni da mettere alla prova su strada prima dell'arrivo ufficiale della stagione estiva?

 

 

È un tema di dignità grande come una casa per quella che sappiamo essere - e come ci teniamo! - la più bella città del mondo. Questa nostra Capitale non può essere ogni volta messa alla berlina perché la sua amministrazione non è mai capace di fronteggiare gli eventi legati al maltempo. Eppure sono passati cinque anni da quando Virginia Raggi è in Campidoglio e quasi dieci da quando proprio lei sfotteva Ignazio Marino con i gommoni per l'arrivo delle piogge. Le caditoie dei tombini sono l'emblema dell'inerzia del Comune di Roma, che certo non può continuare a passare il tempo con le colpe «di quelli di prima». Da ottobre in poi, anche Virginia Raggi entrerà nel club di costoro senza aver risolto alcunché. Neanche quei tombini sono riusciti a ripulire, manco la manutenzione... E così la città soffre per le sue vie allagate, per le voragini che si aprono e per le strade che vengono chiuse. Con chi ce la dobbiamo prendere, signora sindaca? E i romani? Sembrano ormai rassegnati al peggio, e increduli su una stagione che a volte pare ancora quella invernale.

Ma al cittadino può capitare di essere preso alla sprovvista, mentre diventa inammissibile per chi ha a disposizione ogni tipo di informazione per poter fare un'efficace opera di prevenzione o quantomeno di riduzione del danno. Ma questa sindaca è in costante campagna elettorale e omette di compiere i suoi doveri amministrativi, solo la ricerca di voti che non ci saranno più sembra capace di mobilitarla. Ma Roma muore affogata. Messa nel mirino dal maltempo, lasciata indifesa da chi dovrebbe stare in trincea a salvare le mura. Giugno, luglio, agosto e settembre, poi a ottobre il voto. Troppi mesi in più per questa amministrazione che non meritava - è il caso di dirlo - la scialuppa di salvataggio del rinvio delle elezioni. Roma, Città Santa, andrebbe attraversata in ginocchio e non con l'ombrello, amava dire il Principe Sforza Ruspoli. Ma dopo il Covid, rischiamo pure la polmonite... A lei, alla Raggi, che gliene frega.... Ieri la sua giornata l'ha trascorsa tacendo per la vergogna e l'ha conclusa a Ostia con i suoi aficionados per la campagna elettorale. Una statista, non c'è dubbio.

 

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