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Il blocco dei licenziamenti spacca il Governo: Mario Draghi è preoccupato per le tensioni sociali

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Mario Draghi nella morsa dei partiti sul tema del blocco dei licenziamenti. Il presidente del Consiglio vede avvicinarsi la data del 30 giugno che segnerà la fine delle garanzie per i lavoratori e sente la pressioni dei sindacati e di alcuni partiti che sostengono il Governo. Come svela il Corriere della Sera al decreto Sostegni bis era stata tolta la proroga alla fine di agosto per le aziende più grandi, ma non è bastato per risolvere la situazione. Forza Italia è contraria a qualsiasi proroga del blocco dei licenziamenti, la Lega chiede uno stop selettivo e non indiscriminato, mentre il Partito Democratico, Leu e il Movimento 5 Stelle appoggiano lo slittamento. 

 

 

 

La questione non fa stare tranquillo Draghi, come ha rivelato il ministro del Lavoro Andrea Orlando: “La preoccupazione di eventuali tensioni sociali per la fine del blocco è anche del presidente del Consiglio Mario Draghi. Nessuno pensa che il problema non esista, ma il punto è come si affronta”. L’indirizzo del numero uno di Palazzo Chigi è quello di uno sblocco selettivo ma con una mediazione da trovare in Parlamento, durante la discussione del decreto Sostegni bis. Una strada che vede favorevole il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, che sottolinea l’importanza di un “sistema di ammortizzatori sociali che consenta a chi esce dal circuito produttivo di avere un reddito e di essere accompagnato al reingresso nel mondo del lavoro: a un evento eccezionale si è risposto con una politica eccezionale come quella del blocco dei licenziamenti, ora dal blocco si deve uscire”.

 

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