Addio Guglielmo Epifani, ex leader Cgil e segretario Pd
È morto Guglielmo Epifani, ex segretario generale della Cgil e segretario del Pd. Attuale parlamentare di Leu, aveva 71 anni. Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, lo ricorda così: «Il suo impegno ha recato un contributo alla storia del movimento sindacale italiano e della Cgil in particolare, dove ha avuto modo di esprimere la propria visione riformista e le proprie qualità di dirigente impegnato, sempre attento agli interessi dei lavoratori. In Parlamento ha recato la sua grande esperienza e un bagaglio di cultura che mai indulgeva al settarismo. Esprimo i miei sentimenti di vicinanza e solidarietà alla famiglia e a quanti hanno condiviso con lui l’attività di questi decenni». Per il Presidente del Consiglio Mario Draghi «la vita di Guglielmo Epifani è stata un esempio di partecipazione democratica e impegno sociale, sempre al servizio dei lavoratori e dei più deboli. La sua gentilezza, integrità e passione civile resteranno a lungo nei ricordi di tutti. Alla moglie Maria Giuseppina vanno le più sentite condoglianze mie e del governo». La Presidente del Senato, Elisabetta Casellati, ricorda «lo straordinario spessore etico» di Epifani. Il Presidente della Camera, Roberto Fico, sottolinea: «Guglielmo Epifani era un signore. Un uomo di cultura e di grande spessore».
«La morte di Guglielmo Epifani »è una pessima notizia, per la Cgil è una mancanza molto grave. Guglielmo ha dato la sua vita alla Cgil e al sindacato«, commenta il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. Mentre per il segretario Pd, Enrico Letta, "è stato leader sindacale e segretario del Partito democratico. Voglio esprimere profondo cordoglio e il ricordo di tutti noi democratici per il ruolo fondamentale che ebbe in momenti molto difficili della vita del nostro partito". Enzo Maraio, segretario del Psi, afferma: »È stato per molti anni un socialista iscritto al partito, da sempre impegnato nella lotta al riconoscimento dei diritti dei lavoratori precari e dei più deboli". Massimo D’Alema commenta: "Ho sempre ammirato la sua partecipazione intelligente e la correttezza con cui ha interpretato il suo ruolo nella politica e nel sindacato".
Un filosofo dedicato al sindacato. Guglielmo Epifani, classe 1953, era entrato nella Cgil subito dopo la laurea, ottenuta all’Università La Sapienza di Roma con una tesi su Anna Kuliscioff. Iscritto prima al Partito Socialista Italiano e, dopo la fine del Psi, al Pds, è stato eletto nel 2013 alla Camera dei Deputati come capolista della lista Pd, partito di cui è diventato segretario tra maggio e dicembre di quell’anno, in quella che lui stesso ha definito «una fase di transizione tra la segreteria di Bersani e quella di Renzi». È stato il primo socialista a guidare la Cgil dai tempi della sua ricostituzione nel 1944. Alla Cgil è arrivato molto giovane: prima ha diretto la Casa editrice della Confederazione, l’Esi, poi è approdato all’Ufficio sindacale, dove ha coordinato le politiche contrattuali delle categorie, e quindi all’Ufficio Industria della Confederazione. Nel 1979 ha iniziato la carriera di dirigente sindacale con l’incarico di segretario generale aggiunto della categoria dei lavoratori poligrafici e cartai.
Nel 1990 è entrato nella segreteria confederale e nel 1993 è stato nominato segretario generale aggiunto da Bruno Trentin. Vice di Sergio Cofferati dal 1994 al 2002, è poi diventato Segretario generale, fino al 2010, quando è subentrata Susanna Camusso. Da maggio 2013 ha ricoperto l’incarico di Presidenza della X Commissione permanete della Camera dei Deputati «Attività produttive, commercio e turismo». Nei mesi alla guida del Pd, ha scritto lui stesso sul sito internet, «abbiamo affrontato molte elezioni amministrative vincendole tutte, preparata l’adesione al Partito Socialista Europeo, riportato in alto i sondaggi e favorito un clima di rispetto reciproco dentro il partito. Dopo l’involuzione del Partito Democratico con le sue politiche in tema di lavoro, scuola, riforma elettorale e Costituzionale, ho deciso con tanti altri di lasciare il Pd e di dare vita ad Articolo 1 - Movimento Democratico e Progressista e poi alla lista Liberi e Uguali con Pietro Grasso».