Con il semestre bianco è allarme rosso per la maggioranza: la tranquillità di Draghi durante la ricreazione ludica
Tra poche settimane scatterà il «semestre bianco» che coincide con gli ultimi sei mesi del mandato del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante il quale gli è precluso di sciogliere le Camere. La conflittualità endemica alla inedita maggioranza rischia di esacerbarsi con l'«intimidazione» istituzionale dello scioglimento divenuta sterile e per dettato costituzionale non praticabile dal suo titolare. Si profila, pertanto, uno scenario da pollaio con i galli impettiti a duellare per stabilire l'egemonia della linea politica. Almeno fino alle elezioni del nuovo inquilino del Quirinale il dissenso, che oggi serpeggia nella maggioranza, non avrà remore a manifestarsi con il presidente del Consiglio, Mario Draghi, a vigilare sulla tenuta dell'assetto politico partorito dall'appello all'unità del presidente Mattarella.
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L'ex banchiere centrale in questi mesi ha dimostrato una sorta di indifferenza verso i dissidi tra i conviventi dell'insolito condominio di governo nella consapevolezza che il suo è un mandato blindato, che interrompere anticipatamente nuocerebbe ai recessori del patto di salvezza nazionale. La sua forma mentis, improntata alla razionalità, lo induce a non enfatizzare le dichiarazioni bellicose, essendo formule dialettiche inattuabili nel contesto attuale perché nessuno ha interesse a maturare rotture irreversibili, auto-epurandosi da un percorso convergente, peraltro, sulla scelta del prossimo Capo dello Stato. Cosicché la contrapposizione fra il leader della Lega, Matteo Salvini, e il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, è destinata a proiettarsi mediaticamente per la necessità di demarcare una distinzione nell'imminenza delle elezioni amministrative di ottobre, ma senza implicazioni sulla stabilità del governo.
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Il premier Draghi si sente talmente incolume dalle zuffe, che periodicamente si materializzano, dimostrandosi impassibile alle lotte intestine che stanno dilaniando il MoVimento 5 stelle. L'ex premier Conte rimane in una condizione di incertezza politica, come capo dei Cinque stelle, essendosi impantanato nella controversia legale con l'Associazione Russeau sulla consegna degli iscritti. Il Movimento 5 stelle, con la nascita del governo Draghi, ha accelerato il suo processo dissolutivo con la divaricazione di posizioni al suo interno che preludono alla sua definitiva cessazione. Basti pensare all'auto critica di Luigi Di Maio sul populismo giudiziario a cui ha fatto da controcanto la dichiarazione di Conte nel confermare l'istinto giacobino sulla prescrizione. Una maionese impazzita montata dal frullatore delle contraddizioni in seno al Movimento che ha sfilato, uno ad uno, i petali del suo fiore all'occhiello, tramutandosi in de) che aveva sempre deplorato: un centro di potere con le correnti a contendersene il controllo. Tuttavia, Draghi può continuare il suo lavoro con il semestre bianco che assomiglierà ad una specie di ricreazione ludica in attesa del fischio d'inizio della partita fondamentale della legislatura che si giocherà alle pendici del Colle.
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