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Coffe break, "Giggino a Purpetta". Il caso Cesaro scatena la bagarre tra Ronzulli e Giarrusso: cafone, stupidate, esami copiati

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Garantismo a targhe alterne. A Coffee break, spazio mattutino di La7 condotto da Andrea Pancani, è andato in scena un violento scontro verbale tra Licia Ronzulli di Forza Italia e Dino Giarrusso del Movimento 5 Stelle. “Non serve una condanna definitiva per avere un giudizio politico negativo su alcuni atteggiamenti, non credo che il problema dell’Italia di oggi sia l’eccessiva severità della giustizia. In qualsiasi altro paese europeo Giggino a Purpetta non ci sarebbe” le parole dell’europarlamentare in riferimento al senatore Luigi Cesaro, ex presidente della Provincia di Napoli, attualmente sotto processo.

 

 

L’utilizzo di tale soprannome scatena la Ronzulli: “Non è cambiato l’atteggiamento di molte persone del Movimento 5 Stelle, ne abbiamo appena avuto un esempio, con la citazione di persone che non hanno avuto condanne definitive. Noi siamo garantisti da sempre, non da ieri”. “Però ha avuto rapporti”, le parla sopra Giarrusso. “Ma cosa abbiamo avuto rapporti - perde le staffe la senatrice di FI - di cosa sta parlando, prenda esempio dal suo caso politico. Giggino a Purpetta? Chieda scusa immediatamente, ma chi è lei per dare dei soprannomi? Io mi alzo e me ne vado dalla trasmissione, lei non si deve permettere, lei è così cafone Giarrusso, oltre a permettersi di dare degli epiteti mi parla sopra. Non tollero questo atteggiamento, si erge a Dio in Terra. Non le permetto di dire questo soprannome in trasmissione, anche se ideato da altri. Questa persona non è qui presente. Il senatore Cesaro è un rappresentante del popolo italiano, è stato votato, poi farà il suo percorso giudiziario come tutti. Fino al terzo grado di giudizio, lo dice la Costituzione, bisogna aspettare”. “Ho preso 30 all’esame di Costituzionale” la replica di Giarrusso che non smette di parlare sopra la senatrice. La Ronzulli risponde a tono: “Forse ha copiato…”. 

 

 

“Questi sono i motivi per cui è impossibile pensare di andare d’accordo con tutti gli esponenti del M5S. Luigi Di Maio è il capo-politico dei Cinquestelle e ha detto che bisogna evitare i processi mediatici, che sono battaglie ideologiche. Io mi fermo a quello, le stupidate - conclude la Ronzulli - che dice Giarrusso io non le commento. Mi auguro che Cesaro lo quereli e lui non si appelli all’immunità parlamentare”. Giarrusso riprende la parola: “Di Maio non ha abiurato le posizioni del M5S. Su Wikipedia appare questo soprannome di Cesaro, che ammise si essersi rivolto a Rosetta Cutolo, in nessun paese europeo farebbe parte delle Istituzioni anche in attesa di condanna definitiva, sono orgoglioso di dirlo. Un’intercettazione di Cutolo del 2011, proprio su Cesaro, riferisce queste parole ‘Cesaro mi deve moltissimo, lui è stato il mio autista’”.

 

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