Migranti, i "non ricordo" dell'ex ministro Toninelli persino in un'interrogazione a Mario Draghi
Mario Draghi legge e rilegge quell’interrogazione e si chiede: “Ma che vuole questo?”. “Questo” si chiama Danilo Toninelli e per dar prova di esistenza in vita ha sparacchiato (Lucia Azzolina userebbe il termine scatarrato, da lui più volte applaudito e riproposto via social) un’interrogazione al premier. Legittimo, per carità, ma è il tema che proprio non gli si confà: i migranti, i clandestini, gli sbarchi illegali. Se le domande che Toninelli rivolge al premier gliele avesse formulate un pm a lui, avrebbe risposto con una sfilza di “non ricordo”. Come fece davanti al Gip di Catania che poi prosciolse Matteo Salvini dall’accusa incredibile di sequestro di persona. Che poi Toninelli era quantomeno “complice” di Salvini visto che lui e Conte avrebbero dovuto andare a processo con il leader della Lega se il suo fosse stato davvero un reato da processo e da condanna.
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Stavolta, Toninelli il compitino lo ha fatto da solo senza chiedere consigli agli avvocati per formulare cinque domande al presidente Draghi. Adesso è lui che vuole sapere “quale politica in materia di gestione dei flussi migratori il Governo intenda adottare, con particolare riguardo ai meccanismi di redistribuzione dei migranti tra i Paesi europei e ai rimpatri per chi non ha diritto alla protezione umanitaria internazionale”. Anche qui ha già dimenticato quello che pure rivendicò nel governo Conte: prima accordo sulla redistribuzione delle persone e poi sbarchi. Non dovrebbe essere cambiato molto in termini di strategia a parte le premure di Luciana Lamorgese nell’accollarci più spese per ciascun migrante che arriva da noi. Poi, chiede a Draghi – quasi a prenderlo in giro – “quali orientamenti stiano emergendo nel contesto europeo in materia” e “quali accordi con i Paesi africani di origine dei flussi migratori siano in corso di definizione”. Svegliate Toninelli, perché gli accordi con i paesi di origine li deve procurare Luigi Di Maio e non altri. Gli accordi bilaterali coi paesi terzi per i rimpatri vengono infatti sottoscritti proprio dal ministro degli Esteri...
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Toninelli vuole anche sapere da Draghi “quale sia il numero dei soggetti effettivamente rimpatriati a maggio 2021”, finirà che dovrà beccarsi la risposta inevitabile: perché il numero più alto di rimpatri sono stati effettuati con Salvini ministro nel 2018. Ma la domanda più curiosa – se l’avesse formulata un leghista sarebbe venuto giù il mondo – è “a quanto ammonti il numero complessivo dei migranti in quarantena, in quanto soggetti positivi all'infezione da COVID-19 e quale sia la correlata spesa pubblica per l'assistenza sanitaria”. Toninelli non li vuole curare? Eppure le cifre sugli sbarchi le conosce anche lui, visto che i numeri stanno in testa alla sua interrogazione. Il numero dei migranti sbarcati lungo le coste italiane nel corso del 2021, secondo il cosiddetto "cruscotto statistico" del 26 maggio 2021 del Ministero dell'interno, è pari a 13.766 unità (in cinque mesi dunque, a fronte dei 34.154 sbarchi del 2020 e degli 11.471 sbarchi dell’intero 2019. Non c’era bisogno di disturbare il premier, bastava una telefonata al suo ex collega Salvini. Ma forse Toninelli “non ricorda” neanche il suo numero.
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