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“Me ne vado”. Crisi e minacce di dimissioni nel Governo: il retroscena sulla tensione Draghi-Orlando

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Aria pesante all’interno del Governo di Mario Draghi per la proroga del blocco dei licenziamenti nella grande industria al 28 agosto. La proposta del ministro del Lavoro Andrea Orlando non sarà presente nel testo definitivo del decreto Sostegni-bis e si cercherà una soluzione ponte al blocco straordinario in scadenza il 30 giugno. Una sorta di compromesso, rivela La Stampa, è già stato trovato ed è successivo alla presa di posizione di Confindustria, che ha reagito malamente all’idea di Orlando e ha costretto il Premier e i suoi fedelissimi a calmare i toni.

 

 

Ma secondo quanto riferiscono fonti di Palazzo Chigi, l'ipotesi del ministro del Pd non sarebbe mai stata discussa, né dal consiglio dei ministri, né tantomeno durante il preconsiglio: “Dal dicastero ci sono state prospettate modifiche minori di carattere tecnico”. Solo leggendo la bozza trasmessa alle parti sociali sarebbe emersa una norma giudicata inaccettabile dalle imprese. Il ministero del Lavoro smentisce però la ricostruzione: “La norma è stata discussa e approvata all' unanimità dal Consiglio”. 

 

 

Al di là di spifferi, retroscena e smentite il Governo sta subendo scossoni sulla questioni e c’è una forte tensione fra il premier e Orlando, che si sarebbe spinto a minacciare le dimissioni, accusato da Confindustria di aver ceduto alle pressioni della Cgil. Draghi ha cercato di riportare la calma dopo essere rimasto più che sorpreso per la mossa che prorogava il blocco dei licenziamenti e si è trovato un punto di incontro sulla cassa gratuita per le aziende che salvano i posti di lavoro dei dipendenti.

 

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