corsa al campidoglio
Roma, il centrodestra sceglie il suo candidato sindaco: basta parole, fuori il nome
Il pericolo più grande per il centrodestra si chiama «sindrome fotocopia». Ossia ripercorrere in vista delle Comunali a Roma lo stesso errore del 2016 (sempre per il Campidoglio) e del 2018 (per la presidenza della Regione Lazio). Anche allora il frullatore girava a tutto andare, e vi finivano dentro candidati alcuni dei quali erano mera suggestione, altri assolutamente competitivi, il cui potenziale evaporò con la temperatura incandescente dei passi falsi e dei veti incrociati. Risultato? Un ballottaggio per il Comune mancato di poco (la coalizione andava spaccata) e una rimontona per la Regione anche in quel caso non andata a buon fine (pure lì, l'area si presentò divisa). È bene mandare a memoria tutto questo, oggi, per capire quanto il garbuglio sul tavolo di Salvini, Meloni, Tajani e Toti (che si vedranno oggi), sia complicato ma nel contempo urgente da districare.
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Tramontata l'ipotesi Bertolaso, al momento lo scenario sul tavolo potrebbe dividersi in due blocchi. Civici da un lato e politici dall'altro, entrambi alquanto popolati. Sul primo versante, il nominativo in prima fila pare essere quello di Enrico Michetti. Avvocato e commentatore di Radio Radio, ha il sostegno, al momento, di Fratelli d'Italia. E i dubbi degli altri soci di coalizione, considerando che la figura non è proprio conosciutissima, al di là di un forte seguito social. Sempre nel campo civici ci sono i nomi dei militari, i Generali Claudio Graziano (dato con l'appoggio di Fratelli d'Italia) e Giovanni Nistri (nel carnet della Lega). Solo che mentre il primo ha direttamente smentito un interessamento, per il secondo non c'è stata una conferma della Lega, ma in compenso c'stato lo stop di Fratelli d'Italia arrivato per opera del capogruppo Francesco Lollobrigida. Sul versante politico, ogni partito ha i suoi. Per quanto riguarda Forza Italia, il nome di Maurizio Gasparri, coordinatore cittadino, aleggia da settimane e anche il vicepresidente azzurro Antonio Tajani ha espresso pubblicamente favore all'ipotesi. Ma non è del tutto peregrina anche l'ipotesi Renata Polverini, tornata nell'alveo di Forza Italia dopo averlo lasciato in favore di Conte, quando quest' ultimo cercava di far sopravvivere il suo governo con ingressi trasversale. E pare che il nominativo dell'ex presidente della Regione Lazio sia tra quelli principalmente vagliati anche da Silvio Berlusconi.
Sul lato Fratelli d'Italia, poi, se pare difficile Guido Crosetto possa accettare, è in campo il nome della consigliera regionale Chiara Colosimo. Sul versante Lega, invece, se oramai è cosa passata il nome tradizionalmente sul tavolo, ossia quello di Giulia Bongiorno (lei stessa ha definito l'ipotesi «pura fantasia»), potrebbe essere della partita (anche se per ora il diretto interessato non sembra sia in propenso) l'eurodeputato ed economista dalla grande visibilità televisiva Antonio Maria Rinaldi. Insomma, tanti nomi e una decisione da prendere in fretta. Anche perché rischia di crearsi una situazione paradossale. Il prossimo fine settimana, infatti, vedrà due eventi sul territorio. Maurizio Gasparri ha annunciato l'istallazione di gazebo su tutti i Municipi per illustrare il contenuto dei programmi. E ci saranno anche i gazebo della Lega per il tesseramento. Dunque, i motori vengono accesi ma manca chi siede al volante.
Nel frattempo, negli altri campi politici la macchina già ha cominciato a girare. Domani scade il termine per presentare le candidature alle primarie del centrosinistra. Oggi Carlo Calenda darà il via alla propria iniziativa di mobilitazione capillare, attraverso apecar e banchetti, per far conoscere il suo programma. E ieri c'è stato un duello, a distanza, presso gli studi di «Mezz'ora in Più» di Lucia Annunziata con il candidato Pd Gualtieri sull'appoggio all'eventuale ballottaggio. «Ho detto che al secondo turno voterò Gualtieri, ma quando ho chiesto al Pd se mi sosterranno in caso vada al ballottaggio con Raggi non mi hanno risposto», ha attaccato l'ex ministro dello Sviluppo. La sindaco uscente, intanto, si prepara a varare il suo comitato elettorale. Tra i nomi che ne dovrebbero far parte, oltre al marito della Prima Cittadina Andrea Severini, anche il Capogruppo in III Municipio Roberto Monaldi e Andrea Pece, già staff di Daniele Frongia in giunta al Comune. Insomma, tutte dinamiche che spingono ad un imperativo per il centrodestra: fuori il nome e in fretta.