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Svolta a tavola. Il pranzo che ha deciso il ritorno in campo di Dibba

L'ex parlamentare romano con l'espulso Morra. Si è discusso del futuro dei ribelli. E per Di Battista il ritorno sarebbe imminente

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Cosa farà da grande Alessandro Di Battista? Potrebbe essere questione di pochi giorni e finalmente si alzerà il velo sul futuro politico dell'ex deputato romano, sempre più tentato dall'intraprendere un percorso con gli "scissionisti" dei Cinquestelle.

Grandi manovre, infatti, sono in corso fuori dal Movimento 5 Stelle. Gli ex grillini lavorano a fari spenti al loro soggetto politico, partendo dalla costruzione di nuove compagini parlamentari alla Camera e al Senato. Molto attivo, negli ultimi giorni, il presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra. L’ex grillino, docente di filosofia, sta provando a tessere i fili dell’operazione, tra un "cenacolo" e l’altro. Mercoledì sera, per esempio, attovagliati al ristorante "Margherita" a due passi da Palazzo Madama, c’erano sette, otto ex pentastellati (rigorosamente divisi tra due tavoli, in ossequio alle disposizioni anti-Covid): tra questi, oltre allo stesso Morra, i deputati Cristian Romaniello, Michele Sodano, Rosa Menga, Raphael Raduzzi. «Abbiamo parlato di filosofia...», si schermisce uno dei commensali.

Il giorno dopo è stata la volta del pranzo tra Morra e Alessandro Di Battista, al quale molti delusi 5 Stelle guardano come punto di riferimento: solo un incontro tra amici, precisa l’ex pentastellato. Oggi, come un sol uomo, molti ex grillini (da Morra a Barbara Lezzi) hanno pubblicato sui social lo stesso post per attaccare l’esecutivo Draghi, criticando i contenuti del decreto sostegni bis: «Questo governo continua a far paura perché sembra voglia distruggere la piccola impresa italiana e le attività commerciali più in sofferenza», scrivono. Se però al Senato, alla luce delle norme stringenti previste dal regolamento sui gruppi, sarà difficile dar vita a qualcosa che vada oltre la semplice componente, la strada sembra più in discesa a Montecitorio, dove a differenza di Palazzo Madama non è necessario "appoggiarsi" al simbolo di un partito che si è presentato alle ultime elezioni ma bastano solo venti persone.

In tandem con i senatori Morra e Lezzi si sta muovendo alla Camera l’ex sottosegretario all’Economia Alessio Villarosa. L’interlocuzione con la componente "L’alternativa c’è" - anch’essa formata da ex M5S espulsi per non aver votato la fiducia al governo Draghi, come Andrea Colletti e Pino Cabras - procede a fasi alterne e non è detto che alla fine nasca per forza un gruppo unitario. Si registrano diversità di vedute sia sul progetto che sull’opportunità di riunirsi sotto l’insegna de "L’alternativa c’è". La compagine che fa capo a Morra, Lezzi e Villarosa sta infatti cercando un altro nome: secondo quanto apprende l’Adnkronos, tra le sigle al vaglio ci sarebbero anche "Coraggio", "Solidarietà e giustizia" e "Movimento 4 ottobre" (quest’ultima già utilizzata dai dissidenti M5S piemontesi).

Il progetto di Morra&Co punta ad essere attrattivo non solo per gli altri grillini espulsi (lo scorso 20 maggio Maria Laura Paxia ha lasciato "L’alternativa c’è" e ora riflette sul da farsi, in attesa del nuovo gruppo) ma soprattutto per i parlamentari che ancora fanno parte del Movimento ma che presto potrebbero fare le valigie e abbandonare la nave pentastellata. «Tutto dipende da quando verrà presentato il piano rifondativo di Giuseppe Conte», spiega un ex grillino: «La scelta di confermare o meno il vincolo dei due mandati scontenterà molte persone, in ogni caso». E il nuovo soggetto politico si candida ad accogliere i fuoriusciti.

Da non sottovalutare, poi, la questione delle restituzioni: ammontano a poco più di trenta, su un totale di 238 tra Camera e Senato, gli eletti che risultano in regola con le rendicontazioni. «Per alcuni di loro la cifra da restituire per mettersi in pari è talmente alta che l’addio al M5S resta una scelta quasi obbligata». La possibile nascita di un nuovo gruppo di ex grillini si intreccia poi con la partita per l’elezione del nuovo vertice del Copasir, che sta creando non poche fibrillazioni all’interno del centrodestra, con le schermaglie quotidiane tra Lega e Fratelli d’Italia. Una fonte parlamentare rivela che negli ultimi giorni sarebbero arrivate diverse sollecitazioni, nei confronti degli ex pentastellati, affinché venga costituito un nuovo gruppo anche in ottica Copasir, la cui presidenza spetta per legge all’opposizione (e quindi al partito di Giorgia Meloni, in questo momento). «L’operazione è complicata - ragiona un ex M5S - ma se riuscissimo in tempi brevi a fare questo gruppo, potremmo rompere le scatole a Fdi...».

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