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Vaccini, il green pass scatta dopo una dose

Dario Martini
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Il green pass viene esteso da 6 a 9 mesi e sarà valido già a partire dalla somministrazione della prima dose di vaccino. Sono le novità contenute nel decreto Covid appena pubblicato in Gazzetta ufficiale. Un modo per dare più valore alla campagna vaccinale e per permettere agli italiani di avere maggiore libertà durante l’estate.

Inizialmente, il certificato verde valeva 6 mesi e si otteneva solo una volta ricevuta la seconda dose per chi sceglie i sieri Pfizer, Moderna o AstraZeneca (Johnson & Johnson prevede una sola iniezione). Adesso, il governo decide di estendere la durata del green pass di altri 3 mesi, arrivando a 9. Come detto, l’altra novità importante è che, come recita il decreto, «la certificazione verde Covid-19 è rilasciata anche contestualmente alla somministrazione della prima dose di vaccino». Ma «ha validità dal quindicesimo giorno successivo alla somministrazione fino alla data prevista per il completamento del ciclo vaccinale». In pratica, quando si fa la seconda dose, il green pass viene aggiornato, ed è da questo momento che si iniziano a contare i 9 mesi. La durata effettiva, quindi, è variabile, perché dipende dalla differente tempistica prevista per i richiami che differisce da vaccino a vaccino e da regione a regione. Il decreto non specifica se questa novità valga anche per chi ha già fatto nelle settimane scorse la prima dose e stia aspettando ancora la seconda. Il governo, per dissipare i dubbi, non ha ancora pubblicato sul suo sito le apposite faq.

 

 

 

Allora, abbiamo chiesto chiarimenti al sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, che ci ha spiegato: «Queste persone sono già in possesso del green pass, purché in possesso del certificato della Asl». Il pass serve per spostarsi tra regioni di colore diverso, ma anche per partecipare ad eventi (come concerti o manifestazioni sportive), convegni e cerimonie religiose. Il certificato verde è rilasciato, «su richiesta dell’interessato - come prevede il dl di aprile - in formato cartaceo o digitale, dalla struttura sanitaria ovvero dall’esercente la professione sanitaria che effettua la vaccinazione e contestualmente alla stessa (...) e reca indicazione del numero di dosi somministrate rispetto al numero di dosi previste per l’interessato. Contestualmente al rilascio, la predetta struttura sanitaria, ovvero il predetto esercente la professione sanitaria, anche per il tramite dei sistemi informativi regionali, provvede a rendere disponibile detta certificazione nel fascicolo sanitario elettronico dell’interessato».

 

 

 

Oltre che per avvenuta vaccinazione, si potrà ottenere anche dopo la guarigione dal Covid o dopo un tampone: nel primo caso lo rilascerà il medico di medicina generale oppure la struttura ospedaliera dove si è stati curati. Nel caso di certificazione per tampone negativo (molecolare o antigenico), viene rilasciato dal laboratorio dove è stato effettuato. In questo caso, però, la validità è di solo 48 ore. Intanto, in Europa si sta discutendo di attivare il prima possibile anche un «green pass digitale europeo». Oggi il Parlamento europeo dovrebbe annunciare l’accordo raggiunto con il Consiglio europeo. Il voto è previsto nella sessione plenaria dal 7 al 10 giugno.

 

 

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