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Pd sempre incamminato su Via della Demagogia, escogita nuove tasse per la “dote” ai giovani…

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Francesco Storace
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Non cambiano mai, qualsiasi segretario del partito ci sia. Quel gran geniaccio di Enrico Letta ne ha tirata fuori un’altra, questa volta la tassa per i giovani. Una trovata niente male per mettere le generazioni contro. Magari i soldi per fare una dote per i giovani – così l’ha chiamata – li dovrà versare la terza età, chissà, prendendoli dalla casa, oppure reintroducendo tasse di successione o roba simile.

Lo stesso Mario Draghi ne deve essere rimasto stupefatto, visto che nella conferenza stampa dedicata al decreto sostegni bis ha detto testualmente che non è tempo di politiche restrittive. Dare i soldi e non chiederli: così è nato il governo in carico e non può essere il Pd ad imporre un radicale cambio di rotta in materia fiscale. Siamo alle solite, velleitarie proposte per ragioni di cassetta elettorale sul fronte più “sinistro” della pubblica opinione, ma senza alcuna attenzione a quei ceti sociali improvvisamente impoveriti nel corso dell’emergenza Covid.

Del resto, il Pd e i suoi alleati sono specializzati nel lancio delle tesi più insostenibili, a cominciare da quella patrimoniale tout court improvvisamente sparita per ragioni di opportunità e buonsenso. Ma proprio non riescono a rendersi conto delle difficoltà della Nazione. Si parte dicendo che le nuove tasse le dovranno pagare i ricchissimi salvo poi rendersi conto che non basteranno le “risorse” per poi abbassare l’asticella del prelievo. Si punti piuttosto su politiche espansive di crescita, e magari verrà fuori il lavoro che manca, accompagnato a politiche di formazione che sono essenziali nel mondo che cambia.
Ma per il Pd tutto si ferma in Via della Demagogia.
 

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