Volano gli stracci nel Partito Democratico sulle tasse: spaccatura sulla proposta di Enrico Letta
Venti di burrasca all’interno del Partito Democratico per l’ennesima uscita di Enrico Letta che non è stata condivisa dal resto dei dem. “Sulla proposta di aumentare la tassa di successione condivido totalmente la risposta del presidente Draghi” il messaggio su Twitter del senatore Andrea Marcucci, che ha quindi sposato la risposta del premier, che nel pomeriggio in conferenza stampa ha detto: ”Non ne abbiamo mai parlato, ma questo è il momento di dare i soldi ai cittadini e di non prenderli, perché siamo ancora in un momento di recessione".
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Non è la prima volta dal ritorno di Letta in Italia che c’è uno scontro tra i due. L’altro motivo del contendere era stata la volontà del segretario del Pd di avere una coppia di donne come capigruppo a Camera e Senato, togliendo quindi l’incarico allo stesso Marcucci che alla fine si è fatto indietro dopo giorni di battaglia. Il senatore ha spiegato all’Adnkronos il motivo della sua posizione in merito al dibattito sulle tasse: “Non conoscevo la proposta del segretario Letta, ma la risposta che ha dato il premier è la stessa che avrei dato io. La tassa di successione è particolarmente odiata dagli italiani ed aggiungo giustamente, inoltre non è certo questo il periodo per aumentare le imposte, seppur a fin di ‘bene’”.
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La ruggine tra Marcucci e Letta era stata evidenziata anche ieri in un’intervista ad Affari Italiani. Lì il senatore dem aveva lanciato un altro missile all’ex presidente del Consiglio, stavolta sul pasticcio amministrative: “Credo che Letta e Conte abbiano sbagliato impostazione. Gli accordi per le città non si possono siglare a Roma, tralasciando i temi e le alleanze maturate nei territori. È un errore dovuto ad una accelerazione eccessiva, che non porta mai esiti soddisfacenti. Il dialogo tra Pd e 5 stelle è partito in modo sbagliato, le posizioni dei 5 stelle sulla giustizia non aiutano. Io non sono contrario a priori, ma serve una coesione programmatica che allo stato attuale è ancora da costruire”. E ora il nuovo attacco: il partito è sempre più diviso.
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