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Il coprifuoco si sposta, è il giorno delle riaperture

Nadia Pietrafitta
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Coprifuoco, cene non più solo all’aperto, wedding party e shopping nel weekend: ci siamo. Oggi pomeriggio - quando tutta Italia, ad eccezione della Valle D’Aosta, sarà in zona gialla - la cabina di regia convocata da Mario Draghi dovrà, dati alla mano, cominciare a prendere alcune importanti decisioni sulle possibili riaperture.

 

 

 

Le posizioni, all’interno della maggioranza, rimangono più o meno rigoriste e sarà il premier, alla fine, ad assumersi la responsabilità della scelta. Il «faro» restano i numeri: contagi e posti occupati nelle terapie intensive, ma anche vaccini effettuati ed effetti dell’immunizzazione progressiva sulla curva epidemiologica. I dati degli ultimi giorni fanno ben sperare. «L’analisi indica che le aperture decise secondo il criterio del "rischio ragionato" non si sono associate a una ripresa della curva epidemica»,  sottolinea il coordinatore del Cts Franco Locatelli che però richiama ancora una volta ai principi di «gradualità e progressività».

Dopo gli ultimi bollettini anche Roberto Speranza, dalle tribune del Foro Italico dove assiste alla finale degli Internazionali di tennis, si sbilancia in parole di cauto ottimismo. «È bello rivedere il pubblico in sicurezza ad una manifestazione sportiva. Possiamo proseguire con ragionata fiducia nel percorso di graduali riaperture delle altre attività, mantenendo ancora la necessaria prudenza. Con dati in miglioramento possiamo allentare e poi superare il coprifuoco», dice, rivendicando la bontà delle misure sin qui adottate.

 

 

 

Anche Matteo Salvini - da una prospettiva del tutto opposta - punta sui numeri e rivendica le «mosse» fatte. «Grazie all’insistenza della Lega il 26 aprile riaprirono tante attività, e qualcuno annunciava disastri. Risultato, da allora 9.551 ricoveri in meno, 1.083 terapie intensive in meno, 326.864 guariti in più. Dalla riunione di oggi quindi ci aspettiamo riaperture e ripartenza, lavoro e libertà, all’aperto e al chiuso, di giorno e di sera! Fidiamoci degli italiani #nocoprifuoco», mette in chiaro. Il pressing, insomma, è annunciato, tanto che il leader - prima della cabina di regia - riunirà in videoconferenza lo stato maggiore della Lega per fare il punto della situazione. Anche FI preme. «La cabina di regia dovrà tener conto di questi clamorosi numeri. Coprifuoco almeno alle 24, per poi essere presto abolito; aperture vere per tutti gli altri settori che aspettano una data per ripartire; accelerazione sul green pass, da usare ovunque per eventi, concerti, discoteche, e altro ancora. Il Paese è pronto a tornare alla normalità», sentenzia Roberto Occhiuto, capogruppo azzurro alla Camera. Per il «centrodestra di Governo», insomma, il coprifuoco va spostato a mezzanotte per poi essere abolito.

La linea dei più rigoristi sarebbe quella di posticiparlo solo dalle 22 alle 23, per poi effettuare una nuova verifica sui dati a giugno in vista di eliminarlo del tutto. Non solo: Lega e FI chiederanno che dal primo giugno si potrà anche cenare, oltre che pranzare - come è già previsto - all’interno dei ristoranti. Via libera, poi, dal primo weekend utile dall’entrata in vigore del decreto, che dovrebbe essere il 24 maggio, all’apertura dei centri commerciali anche il sabato e la domenica, mentre dovrebbe scattare il 15 giugno la possibilità di festeggiare il proprio matrimonio con un party. Il provvedimento che conterrà le nuove riaperture, poi, andrà a modificare anche i parametri che stabiliscono i colori di rischio delle regioni: l’Rt - come chiesto dai Governatori - sarà solo una voce e non più quella determinante. 

 

 

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