ricoveri in discesa

Calo record di decessi. Sileri: "Il peggio è alle spalle"

Laura Pirone

Diminuiscono le vittime da Covid: nelle ultime 24 ore, in Italia, sono stati registrati 93 decessi, mai così pochi dall’ottobre scorso. Dai dati del ministero della Salute sull’andamento quotidiano dei contagi in Italia, risultano 5.753 nuovi positivi, in calo rispetto al giorno precedente di 906 unità. Numeri che, per il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, «andranno sempre meglio». Con un cauto ottimismo, ospite di Domenica In, Sileri evidenzia che «il peggio è alle spalle» e che «finalmente è possibile tirare un sospiro di sollievo».

 

  

 

 

Calano anche i ricoveri. Nelle terapie intensive ci sono 26 ricoverati in meno, mentre in area non critica il numero dei pazienti diminuisce di 359 unità. In totale, nelle terapie intensive, in Italia, sono ricoverate 1.779 persone, nei reparti ordinari, 12.134. La riduzione dei ricoveri significa, per Sileri, «liberare posti per trattare altre patologie, fare screening, interventi chirurgici. Ora dobbiamo guardare oltre e far tornare negli ospedali le patologie "normali", del periodo pre Covid». A fronte di 202.573 test tra antigenici e molecolari processati nelle ultime 24 ore e con 5.753 nuovi casi, il tasso di positività si attesta al 2,8%, in rialzo rispetto al giorno precedente dello 0,6%. I guariti del giorno, invece, sono 9.603. Con l’avanzamento della campagna vaccinale, «stiamo distruggendo il virus», osserva Francesco Vaia, direttore dello Spallanzani, che invita, però, a non abbassare la guardia. «I numeri sono confortanti - dice - per esempio allo Spallanzani abbiamo poco più di 100 ricoverati nei reparti ordinari e poco più di 20 in terapia intensiva, a dispetto dei gufi».

 

 

 

Tutti i vaccini, assicura, «sono efficaci». «Non ne esistono di serie A e B», spiega, una convinzione causata «dai balbettii delle autorità regolatorie e da qualche improvvido intervento, anche in sede europea, di chi ha detto "Non compreremo più il vaccino", senza spiegare che la decisione è legata a problemi di natura contrattuale». Contro le varianti, i vaccini attualmente disponibili sono «efficaci» e, per i cosiddetti non responder coloro i quali cioè, nonostante il vaccino non hanno sviluppato anticorpi, «stiamo studiando, proprio allo Spallanzani, la possibiità di inoculare i monoclonali». «Sarebbe il matrimonio perfetto - conclude Vaia - due strumenti che si possono integrare».