Vaccino Pfizer, ecco perché la seconda dose dopo 42 giorni è un salto nel buio
Salta fuori dal deposito dei trials Pfizer negli Stati Uniti, all'Ema e all'Aifa che solo il 6,9% dei volontari su cui è stato sperimentato il vaccino ha avuto la seconda dose fra il 24° e il 42° giorno. Un numero talmente piccolo che è risultato insignificante per le valutazioni, tanto è che non è stato riportato l'effetto dell'immunizzazione. Addirittura si tratterebbe di meno di 10 casi al 42° giorno, e non c'è letteratura sulla immunizzazione complessiva di chi l'ha ricevuto così in ritardo.
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Si capisce ora la prudenza del direttore medico di Pfizer Italia, Valentina Marino, sullo spostamento della data della seconda dose fino al 42° giorno deciso senza alcuna prova scientifica dalle autorità italiane. Pfizer aveva indicato il 21° giorno perché nella sperimentazione il 93,1% aveva ricevuto la seconda dose fra il 19° e il 23° giorno. Ora andiamo assolutamente al buio, prendendo un grosso rischio che può anche fare saltare i benefici della campagna vaccinale italiana.
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