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Col "rinvio" di Pfizer via libera ai quarantenni

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Carlantonio Solimene
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Il via libera dell’Agenzia del farmaco europeo alla somministrazione del richiamo Pfizer fino a 42 giorni dopo la prima dose. L’invito del commissario Figliuolo alle Regioni ad aprire lo slot degli over 40 nelle prenotazioni dei vaccini. E le parole del premier Mario Draghi che, nonostante i dati incoraggianti delle ospedalizzazioni, continua a mostrarsi piuttosto cauto sulle riaperture da effettuare «gradualmente» per evitare di sprecare i sacrifici fatti. Sono queste le notizie principali di un giornata importante soprattutto sul fronte della campagna vaccinale.

 

 


 

L’EMA AUTORIZZA I 42 GIORNI
Tanta era la confusione dopo la presa di posizione della direttrice medica di Pfizer Italia, Valeria Marino, che martedì aveva ribadito come non ci fossero dati scientifici per spostare il richiamo del vaccino fino a sei settimane dopo la prima dose. Una pronuncia che era piombata sulle Regioni che, con l’avallo del governo, stavano già riprogrammando le prenotazioni. Ieri, però, a ribadire la scelta dello slittamento è stato prima il presidente del Consiglio Superiore della Sanità Franco Locatelli («l’intervallo tra la prima e la seconda somministrazione prolungato alla sesta settimana non inficia minimamente l’efficacia dell’immunizzazione»), poi l’Agenzia europea del Farmaco, per bocca del responsabile della strategia dei vaccini, Marco Cavaleri. «La raccomandazione nelle informazioni del prodotto parlano di un intervallo di tre settimane perché è ciò che è stato studiato nei test clinici che hanno portato all’approvazione di questo vaccino». «Tuttavia è importante sottolineare che nei test clinici la seconda dose era autorizzata in una finestra fino a 42 giorni e in alcuni casi il richiamo è stato fatto oltre le tre settimane e nell’intervallo, ovviamente, dei 42 giorni», ha aggiunto. «Questi aspetti sono riportati nelle informazioni sul prodotto e per ciò possiamo considerare che somministrare la seconda dose in un intervallo prolungato fino a 42 giorni non sarebbe una deviazione dalla raccomandazione e non verrebbe considerato come un uso del vaccino fuori dalle condizioni autorizzate». Un condizionale, quello usato da Cavaleri, che è bastato ad avallare la strategia italiana, sebbene a polemizzare sia intervenuto il presidente della conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, che ha chiesto all’esecutivo una linea univoca «altrimenti ognuno va per conto proprio».
E FIGLIUOLO ACCELERA
L’endorsement ricevuto dall’Ema ha sollevato non poco anche il commissario Francesco Paolo Figliuolo, che così ha potuto concedere alle Regioni la possibilità, a partire da lunedì prossimo, di aprire le prenotazioni anche agli over 40, ovvero ai nati fino al 1981. Che le due circostanze fossero connesse non è un mistero, visto che l’altro farmaco presente in abbondanza nei frigoriferi degli hub vaccinali, quello di AstraZeneca, era stato inizialmente autorizzato solo per gli over 60 e ora sono in tanti, nella platea più giovane dei vaccinandi, a guardarlo con una certa perplessità. Ora, invece, si allargherà la platea di coloro che potranno usare Pfizer per la prima vaccinazione e dovrebbe giovarne una campagna vaccinale che, negli ultimi giorni, ha arrestato il processo di crescita ininterrotta che andava avanti ormai diverse settimane.

 

 


 

 

LA CAMPAGNA TIRA IL FIATO
Nella giornata di martedì, infatti, per la prima volta da diverso tempo il numero di somministrazioni è stato inferiore allo stesso giorno della settimana precedente: 440mila, circa 4.600 in meno rispetto a sette giorni prima. Deficit che potrebbe ripetersi anche per la giornata di ieri, mercoledì, visto che al secondo dei tre aggiornamenti abituali la lancetta delle iniezioni era ferma a 270mila, assai lontano dalle 475mila del 5 maggio. Cionostante, l’accelerazione di fine aprile ha dato frutto importante: allo stato attuale, tre italiani su dieci (17,4 milioni) hanno ricevuto almeno una dose e il 13% circa (7,8 milioni) ha completato il ciclo vaccinale. Con una chiara preponderanza nelle fasce d’età più avanzate: almeno una dose è stata somministrata al 90% degli over 90, all’88,6% degli over 80, al 73,5% degli over 70 e a metà degli over 60. Gran parte dei cosiddetti «fragili», insomma, hanno ottenuto una prima copertura immunitaria. E l’effetto sul bollettino quotidiano dei contagi si vede tutto.
DRAGHI RESTA PRUDENTE
L’allentamento della pressione sugli ospedali non spinge però il presidente del Consiglio Mario Draghi ad accelerare il programma delle riaperture. «Serve un approccio graduale a seconda dell’andamento epidemiologico». dice nel question time alla Camera. La discussione sugli allentamenti delle misure anti-Covid è così rinviata alla cabina di regia di lunedì prossimo. Anche sul «wedding», il settore ancora nel limbo delle chiusure a tempo indefinito, il premier usa lo stesso metro di giudizio rinviando qualsiasi decisione al 17 maggio. In quanto al coprifuoco, dalla maggioranza filtra che il ritocco sarà solo di un’ora. Tutti a casa per le 23, quindi, nonostante il pressing di Lega, Forza Italia e Italia Viva. Di coprifuoco e di riaperture hanno parlato ieri anche i governatori con i ministri Gelmini e Speranza. Le Regioni puntano alla cancellazione della divisione in zone dell’Italia - schema che per ora il governo non intende abbandonare - e in via transitoria agganciarne l’assegnazione a due parametri: l’incidenza sui 100mila abitanti e lo stress del sistema ospedaliero, sia per quanto concerne le terapie intensive che l’area medica. Secondo le Regioni, proprio in vista della stagione estiva, bisogna garantire ai territori la necessaria tutela da repentini declassamenti, dovuti a indicatori poco rilevanti in termini di impatto reale sul sistema sanitario. «Abbiamo fatto al Governo la nostra proposta per la revisione degli indicatori decisionali ed abbiamo offerto la massima disponibilità ad un’ulteriore interlocuzione», conferma Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni, che aggiunge: «Il nostro auspicio è che si arrivi entro questa settimana, ad una proposta condivisa Governo-Regioni che vada in questa direzione».

 

 

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