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Pfizer e il richiamo a 42 giorni, dopo il caos AstraZeneca l'ennesimo pasticcio del governo

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Franco Bechis
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Per un anno e più abbiamo sentito presidenti del consiglio, ministri, governatori e assessori regionali hanno giustificato le loro decisioni sulla pandemia - anche quelle più discusse e discutibili - riparandosi dietro il comodo paravento degli “scienziati”. Ovviamente in modo assai generico, altrimenti sarebbe stato possibile chiedere a questo o quel professore conferma con il rischio di non riceverne alcuna.

Ieri abbiamo sentito uno scienziato certo, come il direttore medico della Pfizer Italia, Valeria Marino, spiegare che stiamo correndo un grosso rischio a spostare l'inoculazione della seconda dose Pfizer/BioNtech fino al 42° giorno dalla prima dose: “ Il vaccino è stato studiato per una seconda somministrazione a 21 giorni. Dati su di un più lungo range di somministrazione al momento non ne abbiamo se non nelle osservazioni di vita reale, come è stato fatto nel Regno Unito. E' una valutazione del Cts, osserveremo quello che succede. Come Pfizer dico però di attenersi a quello che è emerso dagli studi scientifici perché questo garantisce i risultati che hanno permesso l'autorizzazione”.

Di quel che dice la dottoressa Marino abbiamo ogni tipo di prova sulle principali riviste scientifiche, come nella documentazione che ha accompagnato l'ok a quel vaccino e disponibile sul sito dell'Ema come su quello dell'Aifa e disponibile in ogni lingua, compreso l'italiano. Della scelta di estendere a 42 giorni invece che 21 dalla prima la seconda dose non abbiamo nemmeno un  rigo di letteratura scientifica a disposizione: non sappiamo che cosa possa accadere e se ad esempio si possa perdere parte dell'efficacia della prima dose riducendo la protezione complessiva contro il virus: non ci sono studi in materia. Non sappiamo nemmeno perché il Cts abbia invece concesso questa autorizzazione al governo, perché nessuno di loro ha spiegato questa decisione e per altro anche quel che poco che si sapeva grazie a cause in tribunale dei verbali di quel comitato ora non si conosce più, perché nessun verbale del Cts è stato più reso pubblico da quando Mario Draghi ha deciso di modificarne la composizione. Da quel giorno è calata infatti la nebbia più fitta. Ma qui stiamo parlando della vita e della salute degli italiani e questo modo di procedere non è accettabile.

Sempre ieri abbiamo sentito il numero due del ministero della Salute, il professore Pierpaolo Sileri, dire in tv che “Un'estensione a 42 giorni della somministrazione della seconda dose del vaccino Pfizer poteva aver senso a gennaio quando c'era la terza fase, oggi che i vaccini ci sono ha meno senso, c'è meno urgenza. Abbiamo riscontri scientifici che due, tre o quattro settimane non cambia nulla. Attenzione però a non spostare la seconda dose per malati oncologici e persone fragili”.

Fa specie sentire questa ultima raccomandazione da un esponente del governo: se è grave spostare la seconda dose per i malati fragili è proprio il ministero della Salute che deve vietare di farlo, mica può dare un consiglio come ci si trovasse fra amici in salotto. Ma non è solo per quelle categorie che ci si deve preoccupare: Sileri ci dice che non è necessario spostare la seconda dose di Pfizer (o Moderna), ma da alcuni giorni questa è la decisione che hanno adottato la maggiore parte delle Regioni e delle provincie autonome. La seconda dose viene inoculata come chiede di fare Pfizer solo in Abruzzo, Sardegna e Val d' Aosta. In Lazio, Umbria, Piemonte, Emilia Romagna, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia è stata spostata senza alcuna evidenza scientifica al 35° giorno, in tutte le altre Regioni e province autonome al 42° giorno.

Non è un paese serio quello che si comporta così, e mi chiedo a che sia servito prorogare di volta in volta lo stato di emergenza sanitaria sul territorio nazionale e nominare commissari straordinari alla stessa emergenza se poi tutto questo serve solo a mettere un'ora serale incomprensibile come limite alla libertà  che la Costituzione assicura agli italiani. Una emergenza che impone il coprifuoco ma non stabilisce nulla sulla salute degli italiani che è garantita a capocchia sul territorio nazionale è semplicemente grottesca fino al ridicolo.

Tocca ancora una volta richiamare il presidente del Consiglio alla sua responsabilità e ai suoi doveri, chiedendo a Draghi di prendere decisioni e di farlo in modo trasparente in modo che tutti gli italiani abbiano lo stesso trattamento. Non si può fare pagare alla salute di alcuni l'inefficienza di altri. Perché tutti sappiamo che questo azzardo dello spostamento della seconda vaccinazione ha una sola causa, che nulla a che vedere con la salute pubblica: la pessima gestione dei contratti di fornitura da parte della Unione Europa e la incapacità di programmazione anche dei vari livelli di governo in Italia.

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