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Riaperture e coprifuoco, Draghi ci chiude altri 7 giorni

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Sulle riaperture il premier Mario Draghi frena. Il pressing delle diverse anime della maggioranza per discutere di coprifuoco e nuovi allentamenti delle misure anti-Covid non sfonda il muro della "ragionevolezza e della prudenza", più volte ribadito dal presidente del Consiglio. E' durante la riunione sul secondo decreto legge Sostegni che Lega, Forza Italia e Italia viva tornano sul tema, chiedendo una apertura del tavolo già questa settimana e auspicando una cabina di regia venerdì, alla luce dei dati del monitoraggio settimanale dell'Istituto superiore di sanità sulla situazione epidemiologica del paese. E' una "richiesta di tutti" filtra, e l'obiettivo, ancora una volta, è quello di far slittare il coprifuoco delle 22 e permettere le riaperture di bar e ristoranti anche al chiuso.

Non se parla questa settimana, però, da quanto trapela da palazzo Chigi. Un primo confronto ci sarà lunedì, tenendo presente che è "obiettivo del governo arrivare a delle riaperture e alla ripresa dell'attività economica, ma in sicurezza". Non è escluso quindi che già dalla prossima settimana si possa giungere a un accordo sul coprifuoco, con un primo step alle 23, e ragionare per fine mese di allungare alle 24. Altro tema che potrebbe entrare fattivamente nella discussione è quello del wedding, fissando l'avvio per il 14 giugno. Il resto potrebbe restare invariato, con il ministro della Salute Roberto Speranza che insiste sul fissare la prima verifica il 21 maggio, quando saranno disponibili i dati di analisi delle riaperture del 26 aprile.

Intanto domani le regioni si incontreranno per discutere la revisione dei parametri che definiscono il rischio epidemiologico e quindi il passaggio di fascia tra i tre colori di rischio. I governatori vorrebbero tornare a un indice Rt meno rigido, abbandonando quello tutt'ora in vigore che prevede il passaggio in zona rossa con un indice superiore a 1.25, e in zona arancione superiore a 1. Diverse le richieste, anche sul fronte delle nuove riaperture di bar e ristoranti di consumazione al chiuso. Gli occhi restano comunque puntati al monitoraggio del 14 maggio, quando l'Italia dovrebbe tingersi di giallo con una prospettiva di contagio sicuramente più confortante. Per questo è probabile che i parametri non vengano ritoccati nel merito, ma che subiscano il beneficio delle vaccinazioni, premiando di fatto le regioni più virtuose.

Resta, tuttavia, la spaccatura all'interno della maggioranza. Con Salvini che rilancia: "Chiudere gli italiani in casa alle 22 è immorale. Davanti a questi dati che abbiamo perché continuare a impedire agli italiani di tornare a lavorare con buon senso ed in sicurezza?". "Continuare a invocare un 'liberi tutti' sconsiderato in merito alle riaperture e al coprifuoco, senza considerare alcun dato scientifico, è irresponsabile e strumentale", è la replica dal Movimento 5 Stelle, mentre LeU ricorda: "I dati positivi dimostrano che la linea della prudenza è la sola strategia per contenere il Covid 19 e battere la pandemia, insieme alla campagna di vaccinazione. Quella linea non va abbandonata. Sarebbe un grave errore".

La battaglia da palazzo Chigi si sposta ora anche in parlamento. Il centrodestra di governo ha depositato oggi in Senato una mozione che impegna l'esecutivo a "riaprire ciò che ancora è chiuso, stop coprifuoco alle 22, serrande alzate nei centri commerciali anche nel fine settimana, via libera alle cerimonie, impianti sportivi attivi a partire dagli stadi". Stessa linea il testo presentato da Italia Viva con l'aggiunta che "siano riviste le limitazioni agli spostamenti ed eliminata, in linea con gli altri Paesi europei, la quarantena al rientro in Italia in seguito a viaggi svolti in Europa e, soprattutto, le misure inerenti al coprifuoco, attesa la scarsa reale efficacia del medesimo nel contenimento della diffusione dei contagi".

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