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Mi fanno fuori perché non appoggio Zingaretti, la De Vito smaschera la guerra tra bande nel M5s

Fernando M. Magliaro
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“Mi hanno fatto fuori dagli uffici di presidenza delle Commissioni perché non ho avallato la scelta di entrare nella Giunta Zingaretti”. Non si trattiene, Francesca De Vito, consigliera regionale del Movimento 5Stelle (sorella, per inciso, del presidente del Consiglio comunale, Marcello): “Loro hanno tradito lo spirito originario del Movimento. E chi non si adegua viene semplicemente cancellato”.

 

 

 

 

È una guerra fra bande, quella che viene raccontata dalla De Vito, stile faide tardo medievali solo senza i pugnali e il veleno fisico. Ce l’ha con due persone in particolare, Roberta Lombardi e Valentina Corrado, da marzo assessori nella Giunta Zingaretti, con il compito di garantire a Nicola la pace in Consiglio regionale dove i voti latitano e la tenuta dell’accordo politico a livello regionale. E che sono anche quelle che per prime hanno affossato le velleità del Governatore del Lazio di correre a Sindaco di Roma contro Virginia Raggi.

 

 

 

 

“Non ho appoggiato la scelta di entrare in Giunta regionale e ora arriva il benservito: dopo tre anni di lavoro in Commissione Sviluppo economico, mi fanno fuori”. Non solo, ma la De Vito svela un retroscena sull’implosione del Movimento e sull’incapacità dell’ex premier, Giuseppe Conte, di imporre una linea politica. “È bastato che la Raggi annunciasse la volontà di utilizzare la piattaforma Rousseau per il programma elettorale che Conte ha dovuto capitolare, rinunciare all’accordo con Zingaretti e appoggiare la Raggi stessa. La frantumazione del Movimento non è solo la De Vito fuori dagli uffici di presidenza delle Commissioni ma è anche questo”. 

 

 

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