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Miracolo alla Regione Lazio. Così Zingaretti ha moltiplicato le poltrone

Fernando M. Magliaro
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Nicola Zingaretti batte Renata Polverini: aggiungine una prima e una dopo, le commissioni permanenti del Consiglio regionale sono arrivate ad essere 13. L’ultima ad essere istituita è la Commissione Trasparenza, quella richiesta a gran voce da Fratelli d’Italia e centrata principalmente sullo scandalo «concorsopoli». All’epoca di Renata Polverini al governo del Lazio le commissioni permanenti erano 16 a fronte di 70 consiglieri regionali. 

 

Dopo i casi Fiorito, Maruccio e Pd con le spese pazze in Consiglio, la Polverini vara una riforma che riduce il numero dei Consiglieri agli attuali 50 (spending review Monti) e dimezza il numero delle commissioni a 8 tagliando sia l’indennità economica ai presidenti che l’impiego di personale esterno: niente soldi e segreterie composte solo da dipendenti regionali. 

La prima legislatura di Zingaretti va liscia con questi numeri. I problemi sono iniziati nella seconda, quella del 2018, con la traballante maggioranza per Zingaretti. Presentato come un «riequilibrio» delle commissioni - «a specchio», lo definì Zingaretti, con il numero e le deleghe degli Assessori - il numero di queste venne portato a 11. Più la dodicesima, la «Commissione Terremoto» assegnata con un nome diverso («tutela del territorio e protezione civile») in mezzo a mille polemiche a Sergio Pirozzi, candidato presidente autonomo ma la cui corsa finì per avvantaggiare Zingaretti vincente ai danni del candidato di centrodestra, Stefano Parisi, perdente di un soffio. Ora si sale, appunto, a 13 con la creazione della Trasparenza. 

 

Solo che, nel frattempo, sotto Zingaretti si riallargano le maglie delle spese: ad ogni presidente di commissione permanente viene assegnato un capo segreteria che può essere un esterno, più due interni e due esterni fra diplomati e laureati. Insomma, per ciascun presidente di commissione tre posti di lavoro da dare all’esterno e due con personale regionale. Che, per le 13 attualmente esistenti, fa 39 esterni e 26 interni; più un addetto per ciascun vicepresidente fa un totale di ben 91 posti di lavoro. 
Va annoverato fra i classici sgambetti politici (fra alleati) il tentativo fallito della Lega di tirare un colpetto a Fratelli d’Italia chiedendo, con un emendamento alla delibera istitutiva della commissione Trasparenza, che i 5 addetti alla presidenza di commissione fossero cinque dipendenti regionali.

Non a caso, era stata già decisa alcuni mesi fa la creazione di una commissione dedicata alla questione Covid/mascherine fantasma ma, poiché doveva essere «speciale» in quanto limitata nel tempo e con una materia specifica, avrebbe goduto solo di personale interno. 

Non così la Trasparenza che, però, è solitamente uno strumento di controllo nelle mani delle opposizioni per Enti (come i Comuni e le Città Metropolitane) privi di potestà legislativa, che invece ha la Regione e che nel caso «concorsopoli» potrà fare davvero poco: le carte sono tutte sotto sequestro dei giudici. In ogni caso, la nuova commissione Trasparenza richiesta da FdI è stata istituita lo stesso con legge regionale. Per non aumentare i costi a carico del Consiglio, la Lega ha presentato un emendamento per far sì che il personale di questa nuova commissione fosse interno, preso cioè tra i dipendenti della Pisana. Proposta respinta a maggioranza da Pd, M5S e FdI.

 

In calendario, martedì e mercoledì, ci sono le elezioni delle presidenze. La sorpresa è la commissione Covid, che nasce oltre un anno fa dopo lo scandalo mascherine e che doveva andare all’opposizione, finirà invece alla maggioranza, precisamente alla Dem Sara Battisti, la stessa che il primo maggio 2020 festeggiò in allegra comitiva con, fra gli altri, il capo segreteria di Zingaretti, Albino Ruberti, mentre tutta Italia era in lockdown.

Partita doppia per la commissione di Vigilanza sull’informazione e sul Comitato Leggi: in Vigilanza dovrebbe andare Antonello Aurigemma (FdI) ma la vorrebbe anche la Lega per Pasquale Ciacciarelli. Che però è in corsa (portato dal gruppo) con l’altra leghista Laura Corrotti (portata dal segretario regionale Claudio Durigon) per il CoLeggi. Lunedì mattina riunione dello spaccatissimo gruppo leghista: se Aurigemma spunta la Vigilanza, si apre la partita interna alla Lega per il CoLeggi. Alla Trasparenza, invece, non dovrebbero esserci sorprese e andare a Chiara Colosimo (FdI).
 

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