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Amministrative, Conte disperato: M5s si aggrappa al Pd per sopravvivere

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Si fa in salita la strada per un’alleanza rossogialla in vista delle prossime amministrative. Ma non è detta l’ultima parola. Se la partita è aperta a Roma con i corteggiamenti sempre più insistenti su Nicola Zingaretti, da Milano a Torino, passando per Bologna, Pd e M5S sono pronti a seguire percorsi differenti sulla scelta dei candidati, anche se le parole pronunciate da Giuseppe Conte a un incontro con i rappresentanti del Movimento di Torino tengono ancora aperto il cantiere. «Chiederò un confronto con tutte le anime che hanno dato il loro contributo nell’esperienza del Governo Conte II, e dall’esito di tale confronto dipenderanno anche le scelte sui territori», la mano tesa dall’ex premier al Nazareno. Eppure, di tutt’altro avviso è il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che è a caccia del suo secondo mandato e ’snobba' l’idea di una corsa in tandem. Proprio nel capoluogo lombardo, dove il centrodestra ancora annaspa dopo la rinuncia di Gabriele Albertini, lo stesso Sala interviene con forza. E, in occasione di un evento a Quarto Oggiaro, è titubante su un’alleanza con i pentastellati: «Ne stiamo parlando con i Cinquestelle anche amichevolmente però riteniamo che in questo momento sia meglio fare due proposte, perché in questi anni è stato anche diversa la proposta dell’idea di città».

 

Se non è una porta sbarrata, poco ci manca. A Torino, ancora, la situazione è a dir poco ingarbugliata. Il Pd ha convocato le primarie per il weekend del 12-13 giugno, mentre i Cinquestelle sono a caccia di un candidato, dopo la rinuncia ormai datata di Chiara Appendino ad un eventuale bis. Durante un incontro con i rappresentanti locali, Conte ricorda che il Movimento 5 Stelle è «in fase di profondo cambiamento, innanzitutto a livello nazionale. Da questo processo costituente, ora in fase finale, ci aspettiamo che grandi energie ed entusiasmo si sprigionino anche a livello locale».

 

«In ogni caso, qualsiasi scelta locale - aggiunge - dovrà essere fatta insieme perché non è pensabile che una forza politica di respiro nazionale possa poi affidarsi a una gestione esclusivamente atomistica e parcellizzata delle realtà locali, perdendo completamente di vista il senso di un disegno politico unitario e complessivo». Fra gli altri, il capogruppo pentastellato in Comune, Valentina Sganga, è in pressing: «Stiamo perdendo tempo prezioso in vista di un appuntamento elettorale troppo importante per la continuità del nostro progetto. Andiamo avanti uniti, ma andiamo avanti».

 

E la discussione è ancora in atto a Bologna, con l’incognita Italia viva. Dopo i due mandati di Virginio Merola, l’assessore alla Cultura, Matteo Lepore, è in piena corsa alle primarie per il Pd contro la renziana Isabella Conti, sindaca di San Lazzaro di Savena. Mentre il pentastellato Massimo Bugani spingerebbe per un’alleanza di centrosinistra. Insomma, il cantiere resta ancora aperto. Certo è che se a Roma si decidesse per Zingaretti candidato giallorosso, a cascata l’alleanza del Conte II potrebbe riproporsi in varie città. 

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