Furia di Marco Travaglio contro Nicola Zingaretti che mette a rischio la sua Virginia Raggi
Arriva la furia di Marco Travaglio su Enrico Letta e Nicola Zingaretti colpevoli di mettere a rischio la riconferma della sua adorata Virginia Raggi a sindaco di Roma. Contro l'ipotesi di Zinga candidato al Campidoglio nel suo editoriale di oggi il direttore del Fatto quotidiano lancia fulmini e saette, minacciando vendette durissime da parte del nuovo M5s di Giuseppe Conte.
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"Una forzatura assurda come sradicare Zingaretti dalla Regione ", scrive Travaglio, "sarebbe una dichiarazione di guerra al M5s alleato, che non resterebbe senza conseguenze. Il M5s sarebbe legittimato a rispondere schierando candidati forti a Milano, Torino e Bologna per mettere i bastoni fra le ruote a Sala e agli altri aspiranti sindaci Pd (per ora ignoti). E comunque i cittadini la prenderebbero malissimo: quelli del Lazio si domanderebbero che rispetto abbia Zingaretti per mollarli a metà della campagna vaccinale per traslocare al Campidoglio, fra l'altro dopo avere giurato per mesi che mai e poi mai l'avrebbe fatto".
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Travaglio poi se la prende con la furbata un po' magliara che hanno in mente Zinga e Letta, di fare candidare il primo "senza dimettersi, aspettando fino all'ultimo giorno utile (inizio settembre) per mollare la carica, così da fare slittare le Regionali anticipate a qualche settimana dopo le Comunali. Il motivo è evidente: se si votasse lo stesso giorno per la Capitale e per la Regione, gli stessi elettori romani del centrosinistra dovrebbero votare separati per il sindaco (o la Raggi o Zingaretti, che già fanno scintille prima della sfida, figurarsi in campagna elettorale) e uniti per il cosiddetto governatore, verosimilmente espresso dalla coalizione giallorossa. Diciamo subito che questo trucchetto da magliari sarebbe umiliante per Zingaretti, per il Pd, per la coalizione, ma soprattutto per gli elettori. Una indecenza etico-politica oltreché la tomba di quel nuovo centrosinistra che il Pd di Zingaretti, con Conte, M5s e Leu, ha cercato faticosamente di costruire in questi 20 mesi e in cui Letta dice di credere".
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