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Matteo Renzi e Report, guerra di video e soffiate. Accuse incrociate sull'incontro in autogrill con lo 007 Marco Mancini

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Un video girato dall’interno di un’auto parcheggiata all’esterno di un autogrill sulla Roma-Firenze inquadra due uomini che parlano. Da qui parte il servizio di punta di Report di questa sera. Un servizio annunciato già in mattinata sui canali social della trasmissione, con una breve clip che, tuttavia, riportava già le informazioni salienti. Quei due uomini, infatti, non sono passanti come altri. Uno è un dirigente dei servizi segreti, Marco Mancini. L’altro è l’ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi.

 

L’autrice del video è una donna che, spiega a Report, di essersi trovata lì per caso, costretta a fermarsi per un improvviso malore della madre: «Mi fermavo in quella piazzola perchè mia madre si era sentita male e mio padre era sceso per accompagnarla». La donna dice di non riconoscere Mancini, anzi lo definisce un «tipo losco» che aveva attratto la sua attenzione ancora prima dell’arrivo dell’auto «con i vetri oscurati» da cui sarebbe sceso Matteo Renzi. E il colloquio tra il giornalista di Report e l’ex premier è la parte più importante, Renzi lo sa bene e decide di fare un proprio video che mette integralmente sui propri canali social. Si parla dei suoi viaggi a Riad, a Dubai, della sua attività di conferenziere. Venti minuti, prima della domanda: «A proposito di rapporti con il Medio Oriente, c’è una persona che ha ottime, consolidate conoscenze in quei paesi, Parliamo di Marco Mancini. A noi risulta un suo incontro riservato con Marco Mancini, agente dei servizi segreti». 

 

Renzi non si fa trovare impreparato, anticipa la rivelazione sulla presenza di un video: «Marco Mancini è uno dei dirigenti dei servizi segreti con cui ho avuto incontri riservati. Penso di averlo visto anche all’autogrill, quindi figuriamoci. Se lei fa riferimento al fatto che io l’ho incontrato nel mese di dicembre all’Autogrill, assolutamente sì, l’ho incontrato qui», dice indicando il suo studio da senatore a Palazzo Giustiniani, «come ho incontrato tanti altri dirigenti. A meno che lei non voglia dire che l’incontro all’autogrill fosse riservato, visto che c’erano persino le telecamere...».

 

Il colloquio è teso, sebbene i modi siano ancora improntati all’ironia. «All’autogrill come due amanti clandestini?», chiede il giornalista: «Io non so lei di chi è amante e non mi interessa perché a differenza sua c’ho una concezione della vita per cui non mi preoccupo degli affari degli altri quando non c’è un elemento di trasparenza», risponde Renzi che, poi, aggiunge: «Le vorrei segnalare che siccome voi state facendo riferimento a un video - e sarebbe interessante sapere chi ve l’ha dato - di un mio incontro con il dottor Mancini all’autogrill, se non vado errato era a Fiano Romano, le vorrei segnalare che mi pare di ricordare che questo video sia del dicembre o del gennaio del 2020-2021 e mi colpisce molto perchè dovevo incontrare il dottor Mancini qui, come incontro altri dirigenti dello stato. Me ne ero dimenticato, quando lui mi manda un messaggino...’Guardi dottore, il sono già in macchina verso Firenze'. E lui mi ha raggiunto all’autogrill. Quindi è un po' strano che ci fosse proprio lì, casualmente, qualcuno a riprendere. Chissà come mai».

 

Un elemento, quello della provenienza del video, su cui Renzi si sofferma a più riprese. «In quel periodo erano già in discussione le nomine. Lui si è accreditato nei suoi confronti?», ricorda l’intervistatore: «Guardi, il dottor Mancini aveva un ottimo rapporto con il presidente, professor Conte. Quindi, se vuole sapere della vicenda delle nomine ne deve parlare con il professor Conte. Per un motivo molto semplice: che io sulle nomine dei servizi non ho mai messo bocca da un giorno specifico, che è il giorno 4 dicembre 2016, quando ho perso il referendum, mi sono dimesso il giorno dopo per approvare la legge di bilancio. Dopo di che non ho più messo bocca sui servizi segreti. Sa perché? Perchè c’è una legge in Italia che dice che deve decidere il presidente del consiglio», sottolinea Renzi.

«Per me deve decidere il presidente del consiglio con l’autorità delegata. quindi io non ho mai messo bocca sulle vicende dei servizi, ho soltanto chiesto al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte di lasciare il ruolo di autorità delegata perché ci sono troppe cose che non tornano su un presidente del Consiglio che si tiene l’autorità delegata. La legge prevede che si dia un incarico, Conte l’ha interpretava da un punto di vista giuridico che si possa dare ma che si possa anche non dare. Mario Draghi ha scelto Franco Gabrielli, ex capo della polizia. Silvio Berlusconi sceglieva Gianni Letta, suo braccio destro e anche sinistro.Mario Monti sceglieva Gianni De Gennaro, ex capo della polizia. Enrico Letta ha scelto Marco Minniti, che io ho confermato nello stesso ruolo. Conte aveva scelto Giuseppe Conte».

Sì, «però Gentiloni aveva scelto Gentiloni», fa presente il giornalista. «In quel caso ho fatto notare al presidente Gentiloni che a mio giudizio occorreva dare la delega, ma il presidente Gentiloni pensava di dover gestire in modo molto breve il suo mandato a Palazzo Chigi, perché si pensava che di lì a qualche mese si sarebbe andati ad elezioni e aveva detto ’lascerò questa incombenza al nuovo presidente del consiglio essendo io a fine mandato'. Al che io gli ho detto: Paolo, secondo me fai un errore, però è un tuo problema». Poi, Renzi cita un evento che riguarda l’ex presidente del Consiglio e i suoi rapporti con l’amministrazione Trump: «Quando invece Conte ha scelto di tenersi la delega, ha fatto incontri un pò strani a Palazzo Chigi nell’agosto 2019: ha incontrato cioè i vertici inviati dal presidente Trump, su una vicenda di spie abbastanza strana, ho fatto notare al presidente del Consiglio, parlandogli, andando da lui a Palazzo Chigi, ho fatto: ’Guarda Giuseppe, fai come ti pare sulle nomine perchè a me non mi riguardanò. Mai messo bocca su nessun nome, nè Mancini nè altri». Il giornalista chiede una ulteriore conferma: «Questo ce lo può garantire, che nè lei nè nessuno del suo partito ha sponsorizzato Mancini?».

Renzi risponde secco: «Il dottor Mancini, a parte il fatto che è abbastanza antipatico entrare sulle nomine dei servizi segreti in una trasmissione televisiva, le dico questo: il dottore Mancini, e può chiederlo al dottor Mancini, aveva un buon rapporto con il presidente Conte. Quindi, se c’era qualcuno che poteva sponsorizzare o meno il dottor Mancini come altri, era il presidente del Consiglio. Il presidente del Consiglio ha scelto un generale che si chiama Vecchione per fare il capo del Dis, ha confermato il dottor Parente che noi avevamo nominato a capo dell’Aisi, e ha scelto prima il generale Carta della guardia di finanza, e poi il generale Caravelli dell’esercito a capo dell’Aise. Mi fa ridere che lei dica ’incontro riservatò un incontro che è all’autogrill, il fatto che lei mi dica che gli incontri degli amanti sono al’autogrill mi fa pensare che la sua amante non sia fortunata perché incontrarsi a Fiano Romano secondo me non è il massimo, dopo di che quello su cui dovrebbe riflettere lei è come mai quel video, c’è un video di un incontro che è del tutto casuale a Fiano Romano. Perché mi ero scordato un appuntamento che doveva essere lì».

E di nuovo la domanda del leader di Italia Viva: «Chi stavano seguendo coloro i quali fanno il video?». A questo punto, il giornalista di Report inserisce una considerazione che innervosice Renzi: «La tempistica è interessante, perchè lei prima incontra Verdini in carcere, poi va in una trasmissione televisiva a ribadire ancora una volta che conte deve cedere la delega ai servizi, e il pomeriggio incontra Marco Mancini». L’ex premier va su tutte le furie, fa riferimento alla tara umana dell’intervistatore: «Lei sta dicendo che io decido di dire delle cose perchè incontro l’onorevole Verdini in carcere, incontro del quale sono fiero e orgoglioso. Le dico una cosa per capire la differenza fra lei e me dal punto di vista personale. Quando una persona finisce in carcere, che tu sia d’accordo o meno con la sentenza, ed è passata in giudicato e quindi fa testo per lei e per me, io non mi vergogno. Io sono andato a trovare Denis e ad augurargli Buon Natale stando con lui un quarto d’ora. Con la cella aperta, di fronte a quaranta persone e il fatto che lei anche soltanto sussurri che si possa mettere in relazione una vicenda politica con un incontro che ho fatto e di cui sono orgoglioso con una persona che stava male, perchè io ho una cifra umana che lei evidentemente non ha, è semplicemente ridicolo. La miseria umana è incredibile».

Poi, sull’incontro, aggiunge: «Con il dottor Mancini mi sono incontrato, mi doveva portare i babbi, che sono un bellissimo waffer romagnolo che il dottor Mancini mi manda tutti gli anni, che io mangio in modo molto vorace e siccome me ne sono scordato ci siamo incontrati all’autogrill. In un incontro talmente riservato che per evitare il Covid siamo rimasti fuori e casualmente c’è un video. Ma guardi che strano. Oppure lei vuole dire che il dottor Mancini è il grande ispiratore per cambiare l’autorità delegata che da mesi...Per far fare l’autorità a Mancini? Guardi, sveliamo questo segreto. L’autorità delegata non è u dirigente...Il dottor Mancini è talmente un problema per me che lo incontro all’aperto in Autogrill. se devio fare un incontro segreto non vado all’autogrill. Se voglio fare un incontro riservato vado all’autogrill più frequentato d’Italia?», conclude Renzi.

Intanto lo scontro è aperto: Italia Viva presenta una interrogazione per sapere se Report ha pagato, per un servizio precedente, 45 mila euro a una testimone. Interviene su Twitter il giornalista e conduttore della trasmissione, Sigfrido Ranucci. «Le agenzie hanno battuto una nota di Italia Viva nella quale si annuncia un’interrogazione parlamentare, dove si ipotizza che Report abbia pagato circa 45 mila euro, per realizzare un servizio contro il senatore Renzi. Report in 25 anni non ha mai pagato una fonte», assicura Ranucci.

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