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Michele Santoro: ecco chi ha cancellato la libertà in Rai. Da Giletti fa i nomi, Pd e grillini svergognati

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Michele Santoro si toglie macigni dalle scarpe sul caso del giorno, quello delle accuse di censura da parte della Rai lanciate da Fedez per il suo monologo al concerto del primo maggio. Ospite del primo blocco di Non è L'Arena, domenica 2 maggio, nel suo faccia a faccia con Massimo Giletti il giornalista spara a zero sul servizio pubblico.

 

L'ad della Rai “Salini dice che Rai3 non ha mai censurato Fedez. Ci credo, non c’è più bisogno di censurare nessuno perché non c’è più libertà”, ha detto Santoro che sta promuovendo il suo libro sulla mafia ma sarebbe in procinto si un clamoroso ritorno in tv, forse proprio a La7. 

 

“Tutti si sono precipitati a ringraziare Fedez, ma chi è che ha cancellato il profumo di libertà dalla Rai?” ha detto Santoro che poi ha infilato i nomi dei "colpevoli" del controllo delle opinioni nei programmi del servizio pubblico. Giuseppe “Conte e il Pd" di Enrico Letta, in primis. Ma anche "Salvini e la Meloni". Senza contare le responsabilità della Rai nei confronti dei lavoratori dello spettacolo: "In pandemia è successo che si è venuta a creare una piccola Italia. In un momento in cui i lavoratori dello spettacolo erano in gravissima difficoltà, la Rai si è auto-ridotta sia come forza lavoro negli studi che come format dei programmi, ha assecondato l’andamento della pandemia, invece doveva essere il centro di risposta" per i lavoratori del settore. 

 

Se tutto è "addomesticato" a priori non c'è bisogno della censura, è la tesi del giornalista. “Non si può accettare che all’interno del servizio pubblico venga intimato di non usare certe parole e certi nomi. Io penso che Fedez e mille persone come lui sarebbero la ragione per cui pagheremmo volentieri il canone. Io non lo pago volentieri perché vedo Salvini che parla senza contraddittorio e altri politici che arrivano davanti alle telecamere, fanno le loro comunicazioni e i giornalisti non pongono mezza domanda”, attacca da Giletti. 

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