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Giorgia Meloni fa il test antidroga e sfida gli onorevoli. Ma il Movimento 5 Stelle tace

Pietro De Leo
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Fratelli d'Italia torna sul tema droghe, e lo fa con un'iniziativa di piazza, un flash mob in piazza Montecitorio nel corso del quale i parlamentari, Giorgia Meloni in primis, si sono sottoposti al test del capello. Lo scontro era iniziato a ridosso di Pasqua, con la notizia dell'assegnazione della delega Antidroga al ministro delle politiche giovanili Fabiana Dadone, Movimento 5 Stelle, notoriamente antiproibizionista. La circostanza aveva suscitato una giornata politica incandescente, con critiche anche dal centrodestra che siede in maggioranza. Ieri, però, il partito di opposizione è passato alla mobilitazione dimostrativa. Giorgia Meloni denuncia: «Noi abbiamo contestato questa scelta del Presidente Draghi» e poi punta sul ministro delle politiche giovanili, «che su questo tema si è distinta negli anni unicamente per aver sottoscritto proposte di legalizzazione delle droghe leggere». E aggiunge: «Il ministro Dadone ha risposto sfidando i parlamentari ad effettuare il test antidroga? I parlamentari di Fdi sono qui, adesso mi aspetto ci vengano anche tutti i parlamentari del Movimento 5 Stelle».

 

 

Sfida lanciata, ma non raccolta dai pentastellati che nella giornata di ieri si sono del tutto sottratti dal dibattito. Tuttavia, c'è Riccardo Magi, deputato di +Europa Radicali. «Lo dico a Giorgia Meloni e anche alla ministra Dadone: facciamo che il mio test "antidroga" sia positivo al Thc. E allora? Ancora con lo stigma verso chi assume sostanze da parte di chi ha ruoli istituzionali e ritiene che possa parlare "solo chi è pulito". Ancora con le politiche basate sul pregiudizio». La Presidente di Fratelli d'Italia ha poi illustrato i dati, a sottolineare la gravità del fenomeno: «C'è un morto per overdose al giorno. Negli ultimi cinque anni le vittime per tossicodipendenza sono aumentare del 36%, l'Italia è la prima nazione d'Europa per diffusione di cannabis tra gli studenti, la prima per trattamento di dipendenza di eroina, la terza per uso di cocaina. È una situazione totalmente fuori controllo». Nel corso dell'iniziativa peraltro è stato diffuso un manifesto «Liberi dalla droga, mai schiavi», dieci punti in cui sostiene la tesi tradizionale dei conservatori, ossia che non possa esistere la distinzione tra droghe leggere e quelle pesanti. Tra gli obiettivi del manifesto, anche la promozione della cultura della vita e della responsabilità contro la cultura dello sballo, e lo demolizione dell'argomento secondo cui la liberalizzazione aiuterebbe a contrastare la criminalità organizzata. E ancora maggiori risorse alle forze dell'ordine per le attività anti-spaccio e l'implementazione del sistema pubblico-privato per la maggiore prevenzione.

 

 

L'iniziativa di Fratelli d'Italia viene poi rilanciata dalle pagine social dei parlamentari, che postano le foto dell'attimo in cui si sottopongono al test (cui hanno partecipato anche tre deputate di Forza Italia, Marrocco, Bartolozzi e Spena). Ci sono i capigruppo alle Camere Ciriani e Lollobrigida. La senatrice Daniela Santanché twitta: «Il ministro Dadone ci sfida a fare il test antidroga? Sfida accettata. Adesso, però, si sottopongano anche i suoi colleghi grillini». La deputata Ylenja Lucaselli ironizza: «5 Stelle, dove siete?». In piazza, tra gli altri, anche Ignazio La Russa, Paolo Trancassini, Adolfo Urso. La deputata Maria Teresa Bellucci, responsabile del partito del dipartimento dipendenze, spiega: «Noi di Fratelli d'Italia chiediamo al Governo di avviare un serio piano di lotta alle droghe e alle dipendenze patologiche. Abbiamo presentato una serie di proposte in Parlamento, unitamente a mozioni, risoluzioni e interrogazioni a cui si è aggiunto l'ambizioso quanto doveroso progetto di riforma del testo unico sulle droghe che da oltre trent'anni attende di essere adeguato al nuovo contesto delle dipendenze patologiche».

 

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