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Elezioni amministrative, scattano le grandi manovre per Roma e Milano

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Oggi il via delibera definitivo del Cdm. Entro domani, come previsto, la consegna a Bruxelles. La scrivania di Mario Draghi si sgombera, almeno quanto alla messa a punto, del dossier Pnrr, che ormai tutti conoscono come Recovery plan secondo uno di quegli anglismi sui quali lo stesso presidente del Consiglio non manca di ironizzare, anche nelle sedi istituzionali. Ieri è invece andata in archivio un’altra questione, la mozione di sfiducia a Speranza presentata da FdI. L’esito era scontato ma rappresentava comunque un punto di frizione dentro la stessa maggioranza, che fa anche i conti con la ’competition’ nella componente di centrodestra. Mentre ora, oltre a tenere d’occhio l’andamento dei contagi e a discutere su quanto e come ’riaprire', si guarda alle Amministrative. Un appuntamento per ’pesarsi'.

 

«Tutto secondo copione», si diceva ieri a Palazzo Madama. «In un grande Paese non si fa politica su una grande epidemia», ha detto il ministro della Salute. Detto questo, la Lega si riposiziona sulla richiesta di una commissione d’inchiesta e così Iv, mentre resta agli atti che le mozioni hanno avuto meno voti a favore delle firme necessarie a presentarle. Il cammino prosegue, non senza scossoni, ma «di sicuro - argomenta un ’moderato' FI - se la Lega dovesse rompere, noi rimarremo comunque agganciati all’esecutivo».

 

Salvini peraltro ribadisce sostegno e stima a Draghi. Sul tavolo del Consiglio dei ministri di oggi è atteso anche il dl sul fondo da 30,6 miliardi parallelo al Recovery e un altro decreto di proroga di termini in scadenza (da smart working a cartelle esattoriali). Di là da venire il capitolo amministrative, ma anche qui il testa a testa Salvini-Meloni è destinato a salire di tono. «Beghe soffiate dai giornali. I miei avversari sono la sinistra: Pd, M5s e Renzi. Io contro quelli combatto», assicura la leader FdI mentre Salvini annuncia che presto vedrà Meloni e che entro maggio si comporrà il quadro. Forse. Quanto ai nomi, ora Bertolaso è ’candidabile' a Roma e FI e Lega puntano ancora su di lui mentre a Milano Berlusconi e Salvini sono concordi su Albertini.

 

Nell’altra metà del ’cantiere', e della maggioranza, il Pd ha indetto primarie a Torino, Bologna e Roma mentre a Napoli si potrebbe trovare un’intesa se spuntasse una candidatura Fico. M5s e Pd per il momento sono destinati ad andare divisi al primo turno nella Capitale (da una parte Raggi e dall’altra probabilmente l’ex ministro Gualtieri se Zingaretti non dovesse fare un passo avanti), a meno che Giuseppe Conte, ormai leader in pectore M5s, non convinca Raggi a una retromarcia. Ad ogni modo, oggi Enrico Letta e Conte avranno un’occasione di confronto partecipando alla kermesse organizzata dal dem Goffredo Bettini, ulteriore tassello del percorso comune che porti a un nuovo fronte progressista.

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