Modello Genova per spendere i miliardi del Recovery, Lega in pressing su Draghi: taglio drastico alla burocrazia
Mentre va avanti il dibattito sul Piano nazionale di ripresa e resilienza presentato dal premier Mario Draghi alla Camera oggi, 26 aprile, alla base del Recovery fund europeo, la Lega va in pressing sulla semplificazione, necessaria per far davvero ripartire il paese. “Per spendere i 248 miliardi citati dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, è necessario un drastico taglio della burocrazia. In altre parole è fondamentale il Modello Genova, per far correre l’Italia”, è quanto trapela dal partito di Matteo Salvini che fissa un nuovo obiettivo per liberare le risorse della ripartenza.
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Nelle sue comunicazioni alla Camera, il primo dei due passaggi parlamentari - domani alle 15 sarà al Senato - prima dell’ok definitivo al Pnrr e l’invio a Bruxelles, il premier sottolinea che il piano nazionale di Ripresa e Resilienza non è solo un insieme di progetti "tanto necessari quanto ambiziosi, di numeri, obiettivi, scadenze". "Metteteci dentro le vite degli italiani, le nostre ma soprattutto quelle dei giovani, delle donne, dei cittadini che verranno" dice il premier ai deputati, sottolineando che nel Pnrr "c’è anche e soprattutto il destino del Paese" e deve essere chiaro che "nel realizzare i progetti, ritardi, inefficienze, miopi visioni di parte anteposte al bene comune peseranno direttamente sulle nostre vite".
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Sei le missioni, progetti e riforme per colmare le disparità regionali tra il Mezzogiorno e il Centro Nord, le diseguaglianze di genere e i divari generazionali. In totale si tratta di una maxi sfida da 248 miliardi: 191,5 arrivano dal recovery fund, 30,6 dal fondo complementare del governo. "Sono stati stanziati, inoltre, entro il 2032, ulteriori 26 miliardi da destinare alla realizzazione di opere specifiche", come la linea ferroviaria Salerno-Reggio Calabria "che diventerà una vera alta velocità, e l’attraversamento di Vicenza relativo alla linea ad Alta Velocità Milano-Venezia". È poi previsto il reintegro delle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione per 15,5 miliardi. Accanto alle risorse, le riforme, che "non solo consentono di dare efficacia e rapida attuazione agli stessi investimenti, ma anche di superare le debolezze strutturali che hanno per lungo tempo rallentato la crescita e determinato livelli occupazionali insoddisfacenti", soprattutto per i giovani e le donne« per i quali c’è una clausola di condizionalità trasversale a tutto il Piano.
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In particolare la terza delle sei "missioni" illustrate da Draghi "dispone una serie di investimenti finalizzati allo sviluppo di una rete di infrastrutture di trasporto moderna, digitale, sostenibile e interconnessa. Nel complesso a questa finalità sono allocati oltre 31 miliardi. Gran parte delle risorse è destinata all’ammodernamento e al potenziamento della rete ferroviaria. Si prevede il completamento dei principali assi ferroviari ad alta velocità ed alta capacità (per una spesa stimata in 13,2 miliardi), l’integrazione fra questi e la rete ferroviaria regionale e la messa in sicurezza dell’intera rete. Vi sono poi interventi per la digitalizzazione del sistema della logistica, per migliorare la sicurezza di ponti e viadotti, e misure per innalzare la competitività, capacità e produttività dei porti italiani", ha detto il premier in aula.