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Caso Macina, "sui casi giudiziari aperti..." La ministra Cartabia convoca la sottosegretaria grillina

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Il caso Macina esplode e tiene banco per tutta la giornata. La sottosegretaria alla Giustizia del MoVimento Cinque Stelle, insinua che Giulia Bongiorno, il legale della ragazza che accusa il figlio di Grillo e altri tre ragazzi di violenza sessuale, abbia mostrato al leader della Lega Matteo Salvini un video. Lo afferma in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. Il caso tra polemiche e interrogazione della Lega che chiede le dimissioni immediate della grillina finisce sul tavolo della ministra della Giustizia Marta Cartabia che convoca in via Arenula la sua sottosegretaria. E nell'incontro avuto oggi la ministra ricorda alla sottosegretaria che ha "una posizione istituzionale che richiede il massimo riserbo sulle vicende giudiziarie aperte".

Nel frattempo il caso esplode tra le critiche politiche e la Lega tuona contro i Cinque Stelle: "Abbiamo depositato un'interrogazione al Ministro della Giustizia, Marta Cartabia, per chiedere se ritenga il Sottosegretario Anna Macina ancora compatibile con l'incarico ricoperto al Ministero e con il mantenimento delle deleghe assegnatele, alla luce delle gravi dichiarazioni rilasciate oggi" affermano in una nota Roberto Turri, capogruppo della Lega in Commissione Giustizia alla Camera, annunciando un'interrogazione al Ministro della Giustizia firmata anche da Ingrid Bisa, Flavio Di Muro, Riccardo Augusto Marchetti, Jacopo Morrone, Luca Rodolfo Paolini, Manfredi Potenti, Anna Rita Tateo, Maura Tomasi, componenti del gruppo Lega in Commissione.

"Ciò che il sottosegretario ha affermato, attaccando l'avvocato difensore di una ragazza che denuncia uno stupro di gruppo, denota un uso politico della giustizia e della sua posizione istituzionale, compiendo una violazione del codice comportamentale che non può passare inosservata. Occorre che sia chiaro che chi rappresenta le istituzioni e vìola apertamente, come in questo caso, principi etici e giuridici di base, debba fare un passo indietro e dimettersi dal suo ruolo istituzionale".

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