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‘Ndrangheta, il capo di gabinetto della Toscana contro i politici "Intoccabili"

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“Non ho mai preso soldi”. Si difende Ledo Gori, ormai ex capo di gabinetto della Giunta regionale della Toscana, per il quale è partita la procedura per la revoca dell’incarico dopo che è stato iscritto nel registro degli indagati dalla procura distrettuale antimafia di Firenze con l’accusa di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. Il nomi di Gori compare nell’inchiesta sulle presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta nel traffico illecito dei rifiuti pericolosi, ma lui non ci sta: “Voglio - dice a La Nazione - farmi ascoltare dai pm. Voglio dire tutto quello che è successo, nulla di quello che mi viene contestato”.

 

 

“Mi hanno fatto passare per un delinquente. Per me - sottolinea Gori - l’onestà è un valore assoluto. Io sono tranquillo, ma ci vuole tanta pazienza. E una svolta. E’ finita. Un po’ - dice amaramente l’ex capo di gabinetto - mi dispiace... un’onorata carriera non doveva finire così. Ma ho chiesto io questa soluzione, ho detto ‘Non mi dimetto, fatemi un foglio e mi levate’. Non ho più intenzione di restare. Non ci sono le condizioni ma non ho niente da recriminare. Capisco la politica… Provvedimento contro i politici? Dico che io non ho approvato l’emendamento alla legge che poi è passata all’unanimità in consiglio. Che - conclude Gori - nell’inchiesta ci sono anche una sindaca e un consigliere regionale”.

 

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