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Giuseppe Conte demolisce Beppe Grillo: lascia stare toghe e donne

Dario Borriello
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Il «Totem» Grillo vacilla. Il giorno dopo il video-sfogo per difendere il figlio Ciro, accusato di stupro assieme a tre coetanei, il Movimento 5 Stelle si ritrova distante dal suo co-fondatore. Non solo i parlamentari, presi totalmente in contropiede da certe affermazioni, ma anche il futuro leader del «neo-Movimento», Giuseppe Conte, dopo 24 ore di silenzio e riflessione, prende posizione. «Ho avuto modo di parlare con Beppe in più occasioni e conosco bene la sua sensibilità su temi così delicati. Sono ben consapevole di quanto questa vicenda familiare lo abbia provato e sconvolto». L'ex avvocato del popolo riconosce che «sta affliggendo lui, la moglie, il figlio e l'intera famiglia», e comprende anche «le preoccupazioni e l'angoscia di un padre». Ma fissa un paletto: «Non possiamo trascurare che ci sono anche altre persone che vanno protette e i cui sentimenti vanno assolutamente rispettati, vale a dire la giovane ragazza e i suoi familiari, che sicuramente staranno vivendo anche loro momenti di dolore e sofferenza».

 

 

Oltre il dramma c'è, poi, la dimensione politica. E qui Conte ha pochi dubbi: «C'è un principio fondamentale che non possiamo mai perdere di vista, l'autonomia e il lavoro della magistratura devono essere sempre rispettati. Perciò anche in questo caso attendiamo che i magistrati facciano le loro verifiche». Perché «con il Movimento mi accomunano da sempre queste due convinzioni - ricorda Conte - ritenere indiscutibile il principio dell'autonomia della magistratura e considerare fondamentale la lotta contro la violenza sulle donne». Una battaglia - ricorda l'ex premier - «che abbiamo sempre combattuto in prima linea, basti ricordare l'introduzione delle norme sul codice rosso quando abbiamo condiviso la responsabilità di governo. Questi principi continueranno a informare la nostra azione politica e a ispirare le nostre battaglie culturali». Segno - e segnale per tutti - che il progetto politico avanti.

 

 

La situazione è esplosiva. Lo si capisce dalle contromosse di Giulia Bongiorno, legale della giovane italo-svedese che accusa il 19enne figlio dell'artista, che annuncia di voler portare il video di Grillo senior in Procura: «Perché reputo che sia una prova a carico. Documenta una mentalità, quella del "non succede niente", "sono cose che si possono fare" - dice a La7 - Si chiama eufemizzazione, prendere delle cose importanti e ridurle in briciole». Ma, assicura, «non ci facciamo intimidire». La famiglia del garante MSS, invece, insiste. «C'è un video che testimonia l'innocenza dei ragazzi, dove si vede che lei è consenziente. La data della denuncia solo un particolare», risponde alle polemiche Parvin Tadjik, moglie di Grillo, con queste dichiarazioni riportate dal sito «Open». Soprattutto quelle sollevate da Maria Elena Boschi, che invece rincara la dose: «Le sentenze le decidono i magistrati, non i tweet delle mamme. Questo modo di concepire la giustizia, giocandola sui social e non nelle aule di tribunale, è aberrante».

La capogruppo di IV alla Camera è supportata anche dal leader, Matteo Renzi, che definisce lo sfogo del comico «scandaloso». Le parole di Grillo rischiano anche di compromettere il percorso che il Cinquestelle targato Conte stava per intraprendere. Soprattutto con il Pd. Il segretario, Enrico Letta, ha definito «inaccettabili» certe frasi. Anche la sindaca di Roma Virginia Raggi alla fine è costretta a dissociarsi dalla linea di Beppe Grillo: «È una storia piena di dolore con vittime giovanissime. Capisco la sofferenza di Beppe ma per una donna deve esserci sempre la possibilità di denunciare». Le nubi sul Movimento, dunque, si fanno sempre più scure.

 

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