Troppo tempo perso coi banchi a rotelle, Zangrillo bastona sul Covid
“Inflazione di scienziati” Senza freni Alberto Zangrillo sugli esperti virologi del momento. Il prorettore dell’Università San Raffaele di Milano è ospite nella puntata di mercoledì 21 aprile a Zona Bianca, il programma di approfondimento condotto da Giuseppe Brindisi su Rete 4.
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Sul tavolo, il dibattito tra scienziati divenuto ben presto una guerra ideologica tra esperti pro-aperture ed esperti contro le riaperture. Al centro delle diatribe il “rischio calcolato” sulle progressive riaperture dettate dal governo di Mario Draghi. “Non sono negazionista ma ho buon senso” apre così il suo intervento il professor Zangrillo che bacchetta sin da subito la comunicazione dei virologi sui media: “Sembra di assistere ad un campionato a chi la spara prima. Dobbiamo stare aderenti alla realtà solo così capiremo come uscirne, bene e soprattutto al più presto”.
Poi la bordata al prof. Massimo Galli che aveva criticato il criterio di riaperture del premier Draghi definendolo un “rischio calcolato male”: “Per me è stato un ragionamento calcolato, io apprezzo Draghi le sue parole sono state misurate c’è stata cautela e buon senso. Poi è chiaro che il virus non risente degli orari ma qui mentre noi diciamo queste cose c’è qualcuno che grida allarme ad una nuova variante. Così non va bene dobbiamo mantenerci aderenti alla realtà. Il problema secondo Zangrillo risiede nel racconto sbagliato che è stato fatto dagli esperti stessi: “C’è stata una narrazione del terrore, basti pensare alle persone che non hanno una grande socialità, l’anziano vede i marziani con lo scafandro ne restano tramortiti. I numeri hanno poco significato in questo momento anche determinate misure ossessive”.
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Per il professore è importante rivedere la profilassi nella lotta contro il virus e riformulare il sistema sanitario: “Molto più semplice ascoltarsi e poi confidarsi con un medico di riferimento, bisogna essere tempestivi nella cura.” Anche sul numero delle vittime sembrano arrivare parole di conforto. “114.245 vittime, il secondo paese dopo la Gran Bretagna” sottolinea Brindisi. “Un morto per infarto che poi si scopre positivo al covid, viene catalogato come morto covid. Non dobbiamo minimizzare eccesso di mortalità nel 2020 e sarà confermata nel 2021. Questo eccesso non è da limitarsi al covid ma anche ad alcune patologie che noi in questo periodo abbiamo trascurato. I dati hanno spaventato e le persone a casa da sole vanno rassicurate. Ma non dimentichiamoci che il covid impatta per il 13 per cento ciò significa che c’è l’87 per cento di malattie croniche che non sono covid”.
Per Zangrillo c’è necessità di cure immediate e la profilassi è l’unica via per poter agire nell’immediatezza: “Io sono una persona che ha avuto paura il vaccino è un’arma per la profilassi. Ma serve anche un medico di rifermento con cui parlare, bisogna essere tempestivi nel curare la malattia nella sua prima comparsa. Questa è alla base della riforma del sistema sanitario. La cosa più importate è avere un punto di riferimento che ti dice banalmente come devi dormire. Abbiamo visto che dormire supino ti espone ad un rischio più elevato se sei venuto a contatto con il virus di sviluppare la polmonite rispetto a dormire sul fianco.” Infine, la bordata alla vecchia gestione dell’emergenza sanitaria che ha portato anche alla chiusura delle scuole: “troppo tempo perso dietro i bianchi con le rotelle, bisognava agire con un sistema di controllo efficace come è avvenuto qui in Mediaset prima di entrare in studio”.
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