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Sbagliato riaprire ora, Galli gela tutti sulle riaperture

Giada Oricchio
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A #cartabianca, il programma di approfondimento sull’attualità di Rai3, martedì 20 aprile, Massimo Galli, direttore della clinica malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, ha sfiduciato il CTS: “Vorrei dire che ognuno si deve fare i calcoli suoi! Le riaperture sono state interpretate come un ‘liberi tutti’ ed è pericoloso”.

 

 

 

 

Bianca Berlinguer, conduttrice di #cartabianca, va dritta al punto con il suo ospite, il professore Massimo Galli: “Lei ha detto che le riaperture di Draghi sono prese su un rischio calcolato male però la decisione è stata presa dal Comitato Tecnico Scientifico, non si fida di quei componenti?” e Galli non le ha mandate a dire: “Non è una questione di fiducia, ma di numeri. Non voglio dire che ognuno si deve fare i calcoli suoi, ma mi perdoni data la situazione continuo a trovare pericolosa un’affermazione come quella "apriamo perché è un rischio calcolato. Sulla base dei calcoli non si apriva, è evidente. Stanno riaprendo con grandi dubbi e cautele gli inglesi dopo un lockdown duro, ma loro hanno fatto 43 milioni di dosi di vaccino facendo 63 dosi e mezzo per ogni 100 abitanti. A noi piaccia o no, mancheranno i numeri, noi abbiamo 25,7 dosi per 100 abitanti. Gran Bretagna batte Italia almeno 3-1. Con questa situazione cioè con meno di 500.000 casi di infezioni ufficiali nel paese trovo difficile pensare che non siano stati fatti dei calcoli di tipo politico e sociale. Dal punto di vista epidemiologico non si può confidare in riaperture senza problemi. Parlavo con una preside di un comprensorio scolastico che mi ha detto: su 37 classi ne ho già 6 chiuse. Ha focolai di infezione da Covid documentate. E’ stato un rischio calcolato o un rischio tout court?”.

 

 

 

E sul professor Matteo Bassetti che ha ricordato che laddove ci fosse un aumento dei contagi si può tornare in zona rossa, l’infettivologo è stato lapidario: “E sai che bella soddisfazione! Abbiamo visto in Sardegna. Aprire le saracinesche per togliere di nuovo di mezzo l’allagamento che subisci in casa non è una grande idea. Questo segnale è stato interpretato come un segnale di ‘liberi tutti’ ed è un segnale pericoloso. La gente è stufa, lo capisco, e cerca di tornare a una vita quasi normale. Capisco anche che le persone devono lavorare e i ristori non bastano. Ma non è una questione di libertà, è una questione che non possiamo fare trattative con il virus. Avessimo avuto 20 milioni di dosi in più, non sarebbe bastato, ma il discorso sarebbe stato completamente diverso. Secondo me le riaperture dovevano essere fatte dal 15 maggio in poi. Fare la parte della Cassandra è una cosa antipatica. Purtroppo, però, non solo io, ma anche chi ha competenza specifica, abbiamo detto cose che si sono puntualmente verificate. I 60-70enni che non hanno avuto ancora uno straccio di vaccino, stiano attenti alla loro vita". 

 

 

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