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La mail che inchioda Speranza sul report dell'Oms. La difesa: "Noi trasparenti, hanno deciso loro di ritirarlo"

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Roberto Speranza era stato avvertito da Ranieri Guerra e sapeva dell’esistenza del dossier critico dell’Oms. Il direttore aggiunto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ed ex direttore generale della Prevenzione al ministero della Salute, aveva spedito una mail, rivelata da Report, in cui annunciava al ministro dell’allora Governo Conte l’uscita del dossier critico della gestione italiana della pandemia, scritto dai ricercatori della sede Oms di Venezia guidati da Francesco Zambon e misteriosamente sparito il 13 maggio 2020 dal sito dell'Oms ad appena 24 ore dalla sua pubblicazione. Nella stessa mail Guerra chiede scusa a Speranza.

 

“Faccio chiarezza - ha detto Speranza a Lucia Annunziata nel corso di Mezz'ora in Più su Rai3 - su un tema su cui si discute molto. Quella mail ci informava che era stato pubblicato il report e riportava un dibattito, io penso legittimo, all’interno dell’Oms tra chi riteneva opportuno pubblicarlo o meno. Le scelte sono tutte dell’OMs, se pubblicare o no un report lo decide l'Oms, noi ne prendiamo atto con il massimo rispetto. Ho piena fiducia nel lavoro della magistratura, apparirà evidente la lealtà e la trasparenza delle istituzioni del nostro Paese, del ministero delle Salute e dell’Iss. C'erano opinioni diverse dentro l'Oms, ma queste scelte non riguardano il Governo e le Istituzioni italiane. Ho provato a dire in più occasioni, quel rapporto è rispettabilissimo, è una fotografia del contagio. Riconosce - continua Speranza - alcuni meriti al nostro paese ma è un documento dove non c’è nulla di particolarmente rilevante per noi che in quelle ore eravamo occupati con gli ospedali pieni. È stato l’Oms a decidere di ritirarlo. Le istituzioni italiane hanno preso atto di quel documento ma noi non abbiamo funzioni in questa partita. Sono dinamiche interne a Oms. Attenzione a non dare una lettura distorta di una cosa che è molto più lineare di quanto sembra. Penso che questa materia vada tolta dall’agone politico. Nei primi giorni di marzo 2020 abbiamo fatto scelte radicali ma giuste e tanti paesi ci hanno imitato. Sono disponibile a chiarire ma dico no al conflitto politico”.

 

 

Altro tema affrontato nel collegamento con la Annunziata è quello del piano pandemico non aggiornato: “Il piano pandemico anti influenzale risaliva la 2006 e si riteneva andasse bene. Io sono stato il Ministro che lo ha aggiornato. Dal 2006 nessuno lo ha aggiornato ma sarebbe stato comunque un piano anti influenzale non relativo al Covid. A marzo scorso noi abbiamo costruito un piano specifico contro il Covid e nel frattempo abbiamo approvato anche il nuovo piano pandemico anti influenzale. Secondo i nostri tecnici non era sufficiente per il Covid e così ne abbiamo messo a punto uno specifico contro il Covid. Abbiamo scelto di mettere in campo uno strumento operativo nuovo, specificamente costruito per una situazione virale nuova, per il Coronavirus. Con assoluta onestà, eravamo di fronte a una situazione incredibile, non avevamo gli strumenti adatti - ha proseguito Speranza -. Le scelte nei comuni lombardi e veneti prese a marzo erano molto dure e rigide, c’erano ricerche e studi fatti a febbraio, ma eravamo di fronte a una novità madornale. Non c’era un manuale di istruzioni, abbiamo mandato le camionette della polizia a bloccare le strade per difendere il paese e tutelare la salute come prevede la Costituzione. Eravamo di fronte a un inedito. Non buttiamo questa materia dentro la conflittualità politica e non usiamola come una clava. Non lo meritiamo per come abbiamo fatto. Ho la massima fiducia nella magistratura, ma sulla pandemia il paese deve essere unito”.

 

 

Si torna poi sul presente e l’attualità: “Siamo in una situazione diversa, possiamo permetterci alcune aperture, abbiamo puntato agli spazi all’aperto nel mese di maggio. Abbiamo scelto la scuola che credo sia l’architrave della nostra società da cui ripartire anche per dare un segnale di fiducia ai nostri ragazzi fino adesso in didattica a distanza. Mancano poche settimane alla fine dell’anno scolastico, vogliamo che tornino in presenza i ragazzi. Ci assumiamo un po’ di rischio? Sì, c’è un elemento di rischio, un rischio ragionato e per questo chiedo una mano. L’rt del contagio dipende dai nostri comportamenti - ha concluso Speranza - e a forza di risultare noioso, penso che quando dal 26 aprile si aprirà una nuova fase, avremo bisogno di ancora più attenzione. Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti. E penso che nel giro di qualche mese avremo numeri di vaccinazione più alti che ci consentiranno di andare verso la normalità”. 

 

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