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Matteo Salvini, la solidarietà di Giorgia Meloni su Open Arms: "Rinvio a giudizio scioccante"
Matteo Salvini andrà a processo per la vicenda Open Arms e la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni esprime la sua solidarietà al leader della Lega. Il gip Lorenzo Jannelli, chiamato a decidere se processare l'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini, indagato dalla procura di Palermo per rifiuto d'atti d'ufficio e sequestro di persona, ha sentenziato oggi nell'aula bunker del carcere Ucciardone a Palermo il rinvio a giudizio del segretario del Carroccio, la stessa in cui 35 anni fa iniziava il maxiprocesso alla mafia.
Immediata la dichiarazione di solidarietà della Meloni che sui profili social scrive: "Totale solidarietà mia e di Fratelli d'Italia al leader della Lega Matteo Salvini, rinviato a giudizio nel caso Open Arms. È scioccante che venga mandato a processo chi da Ministro dell'Interno ha fatto solo quello che il suo mandato gli imponeva di fare: difendere i confini della Nazione e combattere l'immigrazione clandestina di massa. A Matteo il mio abbraccio sincero".
Oggi a Palermo è andato quindi in scena l'ultimo atto dell'udienza preliminare sulla vicenda Open Arms. Il processo contro Matteo Salvini comincerà il 15 settembre davanti ai giudici della seconda sezione del tribunale di Palermo. Il gip - nonostante l'arringa dell'avvocato difensore di Salvini Giulia Bongiorno - ha dato ragione al procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi, all'aggiunto Marzia Sabella e al sostituto Geri Ferrara, secondo i quali l'ex numero uno del Viminale "ha tenuto in mezzo al mare, per sei giorni, 147 migranti salvati dall'Ong Open Arms, nell'agosto 2019" si legge nella richiesta di rinvio a giudizio. Per i pm il rifiuto d'atti d'ufficio, ovvero la concessione del porto sicuro alla nave, è stato un atto meramente amministrativo e non politico. Era stato lo stesso procuratore capo Francesco Lo Voi a sottolinearlo nella requisitoria della scorsa udienza: "Sia l'ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte che il ministro degli Esteri Luigi Di Maio hanno testimoniato a Catania nel procedimento Gregoretti che l'azione amministrativa era del ministro dell'Interno, gli altri sapevano dopo. Il presidente Conte ha spiegato che non si è mai discusso in consiglio dei ministri dei singoli casi e ancora meno della concessione del porto sicuro alle navi delle Ong".