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Le scuole aperte terrorizzano le Regioni. Fedriga: poi non diano le colpe a noi

Le riaperture chieste a gran voce dalle Regione saranno presto messe nero su bianco, come ha annunciato il premier Mario Draghi. Ma una in particolare crea anche grande apprensione nei governatori. Perché a partire dal prossimo 26 aprile si aprono al 100% le porte delle classi di ogni ordine e grado nelle zone gialle e arancioni. Tutti in presenza e, di conseguenza, sui mezzi pubblici negli orari di punta. 

 

  

"La riapertura delle scuole al cento per cento è la scelta che mi preoccupa di più. C’è una organizzazione importante" che va allestita, un "limite fisico", ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, intervenendo stasera a Radio24, riferendosi ai problemi logistici come i trasporti. "Importante è che poi non si dia la responsabilità agli enti locali: ne discutevamo oggi con Anci e Upi, per avere un autobus serve più di un anno; si possono utilizzare bus turistici ma non nelle aree urbane. Mi auguro - ha concluso Fedriga - che il Governo avendo preso questa scelta proponga anche le soluzioni", ha detto il presidente del Friuli Venezia Giulia.

 

"Le forze politiche della maggioranza hanno dato la loro visione, quella della Lega era molto chiara. Quindi penso che anche la Lega abbia contribuito a queste scelte" decise oggi dal Governo. Dunque "è legittimo che le forze politiche rivendichino il ruolo che hanno avuto. Salvini sta facendo il suo mestiere, ovvero da partito di maggioranza sollecitare le cose da fare e quando vengono fatte, giustamente rivendicarle", ha detto il governatore leghista commentando la roadmap delle riaperture delle attività economiche :"Oggi è stato fatto un passo avanti enorme con il governo e ringrazio il presidente del Consiglio". 

 

Per la Conferenza delle Regioni della prossima settimana "credo - ha aggiunto Fedriga - che porteremo nuove linee guida, con un grande senso di responsabilità. Io sono contrario al tutto chiuso a prescindere e al tutto aperto senza regole". Per Fedriga invece ancora troppo presto per parlare del "pass" per spostarsi tra Regioni gialle di cui si è accennato: "Dobbiamo ancora - ha concluso - confrontarci con il Governo, non sono in grado di fare una valutazione su questo".

 

A partire dal prossimo 26 aprile si spalancano al 100% le porte delle classi di ogni ordine e grado nelle zone gialle e arancioni. Mentre restano chiuse per quei territori ancora in area ’rossa', ma con una novità: le lezioni in presenza saranno previste per gli studenti fino alla terza media, mentre alle superiori saranno al 50%. Con il nuovo piano, ovviamente, anche il mondo dell’Università si pone come obiettivo quello di un progressivo rientro in presenza già dalla prossima sessione estiva, come viene spiegato da fonti di governo. Sottolineando che i fattori decisivi saranno l’evoluzione della campagna vaccinale, la situazione dei contagi delle varie regioni e l’autonomia degli atenei. Il lavoro, comunque, si concentrerà per riportare gli studenti nelle aule già dal mese di maggio, storicamente quello in cui le lezioni terminano, ma anche a giugno e luglio per gli esami e le discussioni di laurea

"La decisione del premier Draghi di far rientrare tutti gli alunni delle superiori in presenza entro il prossimo 3 maggio va sicuramente incontro alle richieste delle famiglie", ha detto il presidente dell’Anp, Antonello Giannelli. Sottolineando che "ritornare tutti in classe nell’ultimo mese di scuola ha un indubbio valore simbolico che non possiamo disconoscere", ma "dobbiamo anche garantire la sicurezza di tutto il sistema", dunque "si deve prendere in considerazione il trasporto pubblico locale e risolvere finalmente la questione dello screening basato sui tamponi rapidi".