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I migranti stanno per invaderci, ecco qual è la quarta ondata

Franco Bechis
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C’è una quarta ondata in arrivo. Ma non è del virus, anche se qualche responsabilità ha. Stanno per tornare gli sbarchi di massa di immigrati clandestini sulle coste di quell’Italia che se anche i governi passano resta sempre il ventre molle dei confini dell’Europa.

Questa volta a gridare non è un Matteo Salvini qualsiasi che tanto si silenzia mandandolo ogni volta alla sbarra. È un dipendente pubblico francese, Fabrice Joêl Roger Leggeri, che però rappresenta il vecchio Continente sull’immigrazione, essendo il direttore esecutivo di Frontex, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera. Proprio lui ieri in un colloquio con l’Agenzia Italia ha lanciato lo spettro della quarta ondata clandestina: «Prevediamo che appena le misure restrittive anti Covid saranno allentate e si potrà quindi, circolare più facilmente, una massa importante di migranti irregolari si rimetterà in viaggio per raggiungere l’Europa. Alcuni migranti erano già partiti, ma poi sono rimasti bloccati dalle restrizioni anti-Covid, per esempio in Marocco, paese che ha adottato delle misure molto rigide; altri, invece, hanno deciso adesso di emigrare. Bisognerà vedere cosa accadrà nell’Africa subsahariana, dove già osserviamo dei movimenti verso il Nord». E la destinazione? Quella che più dovremmo temere: l’Italia. Leggeri spiega infatti che «con la pandemia, nel 2020, la geografia delle migrazioni è cambiata, ma l’Italia rimane esposta all’immigrazione irregolare».

 

 

 

Il coronavirus ha effettivamente tenuto al di là del Mediterraneo molti trafficanti di uomini, tanto è che pure essendo cambiato governo e politica dell’immigrazione rispetto all’epoca di minore flusso (quando appunto Salvini era ministro dell’Interno facendo la faccia feroce), nel 2020 non si può dire che ci sia stato un boom di sbarchi. Sono cresciuti gli arrivi rispetto a prima, ma non con numeri davvero preoccupanti. Qualcosa però è già cambiato dall’inizio di quest’anno, nonostante il freno indubbio sulle partenze che ancora il Covid 19 è: inutile scappare anche da situazioni difficili in Africa se poi il rischio della vita arrivando in Europa è addirittura maggiore.

Ma dal primo gennaio al 14 aprile 2021 (dati del cruscotto del ministero dell’Interno) sulle coste italiane sono già arrivati 8.505 migranti. Erano stati 3.227 nello stesso periodo dell’anno precedente e 625 in quello stesso arco di tempo del 2019. A marzo soprattutto quella tendenza è stata ben visibile: 2.395 sbarchi rispetto ai 241 del 2020 e ai 262 del 2021. Il traffico di uomini nel Mediterraneo è ripreso a marciare. Non solo: ha l’Italia come primo obiettivo di destinazione, cosa che non accadeva più dai primi mesi del 2018. Fra la primavera di quell’anno e la fine del 2019 la terra di prima destinazione era infatti diventata la Spagna, che solo negli ultimi mesi aveva lasciato il primo posto alla Grecia. Entrambe erano state preferite all’Italia sia nel 2019 che per lunga parte del 2020. Prima per la linea dura del governo gialloverde, che consigliava ai trafficanti di prendere altre rotte. Poi per l’esplosione del virus prima di tutto in Italia con un lockdown che non solo chiudeva agli stranieri, ma ne sconsigliava anche l’arrivo. E siccome i trafficanti non sono scemi, avevano cambiato rotta. Ora non più, e in Italia sono arrivati fin qui il 55% dei migranti trasportati via mare Mediterraneo con le loro barchine o barcone. Il 32% è andato in Spagna, l’11% in Grecia e il resto fra Malta e Cipro. I numeri ancora non sono altissimi, ma la tendenza è alla crescita e le rotte sono tornate ad essere quelle degli anni in cui l’immigrazione clandestina era diventata una emergenza nazionale.

 

 

 

Ora se è vero quello che dice il direttore di Frontex, lungo l’Africa sono ricominciate le fuga di massa dai paesi più poveri ma anche da quelli dove sta crescendo di più il virus che sembrava avere graziato in gran parte il Continente nero. Si scappa per quel motivo anche dal Bangladesh, che è una delle regioni principali di partenza di quei viaggi verso l’Italia. Mentre qui la curva del virus si attenua, nell’Africa centrale - soprattutto in quella più povera - comincia ad alzarsi, ed è ancora forte in alcune regioni del Nord come Marocco e Tunisia, dove la situazione è peggiore ad esempio di quella che si registra in Grecia dall’altra parte del Mediterraneo.

L’ondata dunque c’è ed è destinata ad ingrossarsi puntando proprio sulle coste italiane, dove sono attesi arrivi consistenti dalla seconda metà di maggio in poi, quando le restrizioni italiane inizieranno a venire meno. Ma si viaggia sul surf, perché mentre usciamo da un’ondata eccone un’altra solo apparentemente diversa in arrivo. Se le previsioni degli esperti sono azzeccate, tocca a Mario Draghi preparare un piano ora e decidere una linea di intervento. Chi si prepara ad arrivare con grandi numeri non avrà le caratteristiche richieste dagli accordi internazionali sui profughi: saranno migranti irregolari in fuga da crisi economica e da virus. I due mali che adesso stanno vivendo gli italiani. Se umanamente si comprende quella fuga, il rischio sanitario ed economico per l’Italia sarebbe molto alto e nessuno in Europa in base agli accordi esistenti muoverebbe un dito per dare una mano. Bisogna muoversi per tempo, e fare spendere a tutti qualcosa in più per la sicurezza dell’intero continente (d’altra parte lo si è fatto e ripetuto con Erdogan quando si rischiava l’ondata da quei confini). Non possiamo permetterci in questo momento un rischio così, che manderebbe all’aria piani vaccinali, possibilità di riaprire e Recovery fund. Sveglia, che il tempo che resta è davvero poco...

 

 

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