Open Arms, Matteo Salvini a processo e il Pd pubblica la foto con il fondatore della ong: "Senza parole"
"Sabato vado a processo proprio per uno (degli innumerevoli) sbarchi organizzati dagli spagnoli di Open Arms, e oggi il Pd riceve questi “signori” con tutti gli onori. Non ho parole, lascio a voi ogni commento, il tempo è galantuomo". Matteo Salvini denuncia in un post lo scandalo democratico con il segretario Dem Enrico Letta che si fa ritrarre insieme al fondatore della ong catalana con tanto di felpa e logo stampato addosso. "Ho un grande dispiacere personale non politico, per quello che sto vivendo" aveva scritto qualche ora prima il segretario della Lega che sabato tornerà in aula per il processo Open Arms: "Il sabato lo vorrei passare con i miei figli piuttosto che in un'aula di tribunale... ho semplicemente controllato gli sbarchi e svegliato l'Europa. La pubblica accusa sabato prossimo chiederà che vada a processo. La prima cosa da fare, una seria e profonda riforma della giustizia, di certo non ora con il Pd e i 5stelle, ma sarà necessaria al più presto. Vorrei anche parlare dei processi che sta aspettando Berlusconi, ma possibile che non ci siano cose più importanti? Mi sa tanto di giustizia politica. Mi sa che la legge non è uguale per tutti".
Da parte dell'allora ministro dell'Interno, Matteo Salvini, non c'è stata "alcuna tutela degli interessi nazionali" quando nell'agosto del 2019 aveva cercato di impedire lo sbarco di 147 migranti, soccorsi in mare dalla nave Open Arms, a Lampedusa. A sottolinearlo era stato il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi nel corso della sua requisitoria all'udienza preliminare per il caso della ong catalana.
I migranti, dopo giorni di incertezza, vennero fatti scendere a terra in esecuzione di un'ordinanza del Tar. La prima a prendere la parola, nell'aula bunker dell'Ucciardone, era stata la procuratrice aggiunta Marzia Sabella, seguita dal pm Geri Ferrara e dal procuratore Lo Voi. "Non vedremmo come in un caso come questo non si possa chiedere il rinvio a giudizio", aveva ribadito il magistrato, secondo cui non c'era alcuna condivisione all'interno del governo, ma le decisioni furono prese da Salvini. "La redistribuzione dei migranti spettava a Conte", avevano chiarito i pm in aula, precisando però che l'individuazione del Pos (Place of safety, il cosiddetto porto sicuro, ndr.) era di competenza dell'allora capo del Viminale e non dell'intero consiglio dei Ministri. E dunque non si può, per il procuratore Lo Voi, ritenere che ci sia stato un "atto politico" da parte dell'esecutivo Conte alla base del mancato permesso di sbarco.
Per l'accusa le decisioni di Salvini lascerebbero poco spazio ai dubbi: il leader della Lega va processato anche alla luce delle testimonianze degli altri componenti di governo nel caso Gregoretti, discusso a Catania che sono state depositate anche in fase di udienza preliminare di fronte al gup Lorenzo Iannelli, il quale - al termine della discussione dell'avvocato Giulia Bongiorno, legale di Salvini, fissata appunto per dopodomani, sabato 17 aprile - dovrà decidere se accogliere o meno la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura. E proprio a due giorni dell'udienza spunta la foto del Pd con il fondatore della ong ricevuto "con tutti gli onori" secondo il leader della Lega.
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