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Governo, l'appello di Draghi: "Basta dispetti". La Lega preme per le riaperture già da lunedì

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Un primo ciclo di incontri impegnativo per Mario Draghi. Il premier inizia il giro di ricognizione con i partiti da M5S e Lega, per capire a che punto sono i rapporti in una fase cruciale per il Paese e per il governo: sul tavolo ci sono i dossier su riaperture, Pnrr, sostegni e piano vaccinale. Ecco perché l'ex Bce parlando con la delegazione del Carroccio, la forza più attiva anche a livello mediatico, avrebbe parlato di clima di unità da rispettare, evitando dispetti e critiche reciproche, vista l'eterogeneità della coalizione su cui si regge l'esecutivo. Il messaggio arriva forte e chiaro, perché all'uscita da Palazzo Chigi gli esponenti della Lega, seppur sollecitati dai cronisti sulla mozione di sfiducia depositata da FdI contro il ministro della Salute, Roberto Speranza, tirano il freno a mano. "Non vogliamo la sua testa", dice il capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari, che prima vuole leggere il testo, ma nel frattempo lancia un amo all'alleato di Leu: "Vogliamo che capisca che ora c'è anche il centrodestra al governo, quindi che cambi la sua politica non il nome del ministro". E comunque andrà avanti con la proposta di istituire una commissione d'inchiesta per individuare eventuali mancanze e responsabilità sulla gestione della pandemia.

Sulle riaperture, poi, il quadro non cambia. Una data precisa non esiste, ma il Carroccio non molla. "Se l'impegno preso è quello di dire che quando la curva epidemiologica lo consentirà potremo cominciare a riaprire, se questo accade da lunedì perché non riaprire lunedì. O martedì, mercoledì... Sicuramente prima di maggio", ribadisce il presidente dei senatori del Carroccio, Massimiliano Romeo. Che fa anche un discorso di ordine pubblico: "Riaprire allenterebbe le tensioni sociali, che abbiamo visto iniziare a esplodere". Almeno sul tema delle ripartenze c'è una certa sintonia con l'altra grande forza politica ricevuta oggi da Draghi, il Movimento 5 Stelle. "È fondamentale che le nostre aziende abbiano una prospettiva, in funzione ovviamente anche di come andrà il piano vaccinale", afferma infatti il capo politico, Vito Crimi. Sottolineando che il piano di riaperture deve tenere conto della situazione che cambiata: "Ci sono tante persone vaccinate e poi ci molti tamponi rapidi nella disponibilità di tutti".

Il tema è inevitabilmente collegato a quello dei ristori. Infatti i pentastellati hanno espresso al ministro dell'Economia, Daniele Franco, presente anche lui alle riunioni di Chigi, la "necessità che nel decreto Sostegni si intervenga in favore delle famiglie dei lavoratori autonomi e delle partite Iva, affinché ricevano un adeguato riconoscimento, equivalente a quello dei lavoratori dipendenti". L'argomento è tornato anche nell'appuntamento con la Lega, che chiede di modificare i criteri e "risarcire non sulla base del calo del fatturato, ma di quello dell'utile", spiega Molinari, che ritiene "necessario dare un segnale per le partite Iva" già dal prossimo decreto Sostegni, che sarà "sostanzioso, perché si parla di 40 miliardi".

Domani il ciclo di incontri di Draghi proseguirà alle 17 con Forza Italia e alle 18.30 con il Partito democratico. Il giro sarà chiuso lunedì da Fratelli d’Italia e Italia Viva. Solo allora il premier potrà tirare una riga e capire realmente a che punto è il cammino verso la ripresa. Sperando che le acque possano calmarsi, almeno nella traversata decisiva per il Paese.

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