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Ho fatto ritirare quel maledetto rapporto. Svelate le chat segrete tra Guerra e Brusaferro

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Nella puntata dell’11 aprile di “Non è L’Arena” in onda in prima serata su La7, Massimo Giletti è tornato a parlare del piano pandemico non aggiornato e poi cancellato. Ha dunque mostrato le conversazioni via chat tra Ranieri Guerra - numero 2 dell’Oms ed ex direttore generale della Prevenzione al ministero della Salute - indagato per falsa testimonianza dalla procura di Bergamo, e Silvio Brusaferro, ex capo dell’Iss, attualmente membro del Cts, che non è indagato.

 

 

 

Lo scorso novembre, Ranieri Guerra davanti ai pm avrebbe mentito dicendo che «il piano pandemico del 2006 non doveva essere aggiornato» e che «sino a quando sono stato direttore generale il piano è stato rivisto annualmente e confermato in validità». Ma, in realtà, sia l'Oms sia l'Unione Europea avevano dato indicazioni diverse e Guerra, che tra il 2014 e il 2017 era appunto direttore generale alla Prevenzione del ministero della Salute, avrebbe dovuto provvedere ad aggiornarlo. Cosa che non ha fatto. Secondo i pm di Bergamo, Guerra, il 22 maggio del 2020, dopo una riunione con il ministro della Salute Speranza scrive a Silvio Brusaferro del Cts per lamentarsi del report Oms dal titolo “an unprecedented challenge: Italy's first response to Covid-19“ che metteva in terribile imbarazzo il nostro governo perché definiva la gestione italiana della pandemia “caotica e creativa”.

Il report fu scritto diligentemente da Francesco Zambon, funzionario dell’Oms, che subito dopo ricevette una mail da Guerra in cui gli chiedeva “di non far casino” e modificare il titolo “Piano nazionale di preparazione e risposta ad una pandemia influenzale. Ministero della Salute, 2006” cambiando l’anno in 2016, per dare l’idea che fosse stato aggiornato. Guerra, intervistato il 20 dicembre 2020 sempre da Giletti, ammette di aver mandato quella mail, ma si giustifica dicendo che il file era lo stesso sì, ma dopo una verifica “era ancora in vigenza” e poteva essere ripubblicato. Perché “le regole del gioco” non erano cambiate.

 

 

 

Ma Zambon non ci sta. In un’intervista all’Associated Press racconta che Guerra gli avrebbe chiesto di scrivere che il piano pandemico del 2006 fosse stato “updated and reconfirmed”. Cioè aggiornato e riconfermato. Ma al massimo lui avrebbe potuto dichiarare che era stato riconfermato. Perché, come spiegato lui stato il 10 gennaio scorso, sempre a “Non è  l’Arena, “il piano epidemiologico dal 2006 è cambiato eccome. Abbiamo avuto una pandemia nel 2009 e i piani pandemici notoriamente si aggiornano sulla base delle nuove conoscenze che si acquisiscono”. E poi la stangata: “E se si dice che non ci sono linee guida è assolutamente falso, perché ci sono linee guide del 2009, 2013 e 2017”. Nelle carte della Procura di Bergamo, saltano agli occhi un paio di dichiarazioni di Ranieri Guerra in contraddizione tra loro: “…perché non ci sono state variazioni sostanziali epidemiologiche, tantomeno indicazioni da parte dell’OMS di variazione del piano” . E poi: “sino a quando sono stato direttore generale il piano è stato rivisto annualmente e confermato in validità. L’ufficio V della Direzione generale della Prevenzione rivedeva ed istruiva annualmente il predetto piano sulla base delle indicazioni  provenienti dall’OMS”. Smentito severamente dai giudici. Che da una parte, come detto da Zambon, affermano che non è vero che non ci sono state pandemie: basti ricordare la cosiddetta “Influenza suina” del 2009 e la Mers-Cov del 2012 che hanno cambiato il piano epidemiologico. E poi ribadiscono che il piano non è stato mai rivisto e doveva essere aggiornato secondo le linee guida dell’OMS del giugno 2013 e del maggio 2017, come chiesto dalla Commissione Europea.

In una chat, Guerra così scrive a Brusaferro: “Sono stato brutale con gli scemi del documento di Venezia (Zambon, ndr). Ho mandato scuse profonde al ministro […]. Alla fine sono andato su Tedros (Direttore Generale dell’OMS, ndr) e ho fatto ritirare il documento […] Spero di far cadere un paio di incorreggibili teste”. “Una se n’è andata da sola, per dignità. Ovvero Francesco Zambon” sottolinea Giletti. Che poi mostra un’altra chat di Guerra a Brusaferro: “[…] Dovremmo anche vedere cosa fare coi miei scemi di Venezia. Come sai ho fatto ritirare quel maledetto rapporto. Ma è stato fatto un lavoro che riletto, emendato e digerito potrebbe avere un senso”. E Brusaferro risponde “Su testo OMS Ginevra sono anche d’accordo di rivederlo assieme…”.

Ma la vicenda si fa ancora più grave quando viene coinvolto il capo di gabinetto di Speranza Goffredo Zaccardi. Nella chat di Guerra a Brusaferro si legge: “Vedo Zaccardi […] vuoi che inizi a parlargli dell’ipotesi di revisione del rapporto dei somarelli di Venezia. Poi ci mettiamo d’accordo sul come?”. Risposta “Certo, va bene”. E ora la bomba: “il capo di Gabinetto dice di vedere se riusciamo a farlo cadere nel nulla. Se entro lunedì nessuno ne parla vuole farlo morire. Altrimenti lo riprendiamo assieme. Sic".

Delle due l’una, si chiede Giletti: “o Zaccardi tiene tutto per sé e non dice nulla a Speranza, tenendo fuori il ministro da una cosa così grave oppure lo comunica a Speranza”. Ma se Zaccardi sapeva, perché non ha fatto nulla? Se Speranza sapeva, perché non ha fatto nulla? Sarà la Procura di Bergamo ad accertare i fatti. Intanto, Ranieri Guerra, raggiunto al telefono dall’inviato di Non è l’Arena, elude le domande sulla sparizione del dossier e si limita a ripetere: “c’è una documentazione ampia e dettagliata su quella che è stata la procedura seguita” e taglia corto: “Ho già fatto le mie dichiarazioni in Procura”. E butta giù il telefono. Una vicenda che fa rabbrividire se si pensa alle migliaia di morti che forse si potevano evitare in parte se avessimo avuto un piano pandemico aggiornato e non vecchio di 15 anni.

 

 

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