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Lo sciamano de noantri e Andrea Romano, tensione alle stelle in diretta tv

Arnaldo Magro
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Diciamolo chiaramente. Chi conosce un poco i programmi di Rete4, poteva scommetterci pure le mutande nuove. Pensavate che Ermes, lo "sciamano di Modena" non fosse rintracciato, cooptato e portato in studio dai fidi autori deldebbiani? Ovviamente con la mise che lo ha contraddistinto, durante gli scontri a Montecitorio. Copricapo cornuto d’ordinanza obbligatorio. Vuoi mettere lo stupore dunque, nel vedere il "jack Angeli de noantri" prendersi a male parole col malcapitato Pd, Andrea Romano?

 

 

 

Romano che per pura casualità ma per non essere da meno, durante il collegamento, sfoggia dietro di se’ un capitan America a grandezza naturale. Il democratico si infila subito però in un tunnel senza via di uscita, dando la colpa della protesta di martedì a «tutti quei fascisti infiltrati». L’attacco più duro è per la stampa, rea secondo lui, di aizzare la rabbia della gente, nei confronti di un governo esente da colpe. Che meriterebbe solo plausi, evidentemente secondo lui. «Sbagliano i giornalisti che scrivono di dittatura sanitaria. Perché così si mette nella testa della gente, l’idea che ci sia un colpevole. Il ministro della salute è stato minacciato per questo. Vi rendete conto? Dovreste riflettere su ciò che scrivete». Come se ci fosse un nesso causale, tra le critiche lecite della stampa e le minacce mai giustificabili ad un membro del governo. «Roberto Speranza, ha fatto scelte giuste e condivise da tutti i governi». Ribadisce.

 

 

 

Lecito che Andrea Romano reputi positivamente l’operato del governo "Dragonte", altrettanto doverosa in un paese democratico, la libertà di criticarlo. Possiamo ancora domandarci dunque, se il "modello Italia" abbia funzionato o meno? Analizzando i numeri che riguardano i decessi e capire, il perché l’Italia ne annoveri più di tutti in Europa è doveroso. Almeno per provare ad evitare che gli errori passati possano ripetersi. Che quelle brutte pagine non si riscrivano più. O per lo meno, che rimangano rilegate in quel libro del ministro, scritto prematuramente in estate, dove illustrava a tutti, come avesse sconfitto il virus.

 

 

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