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L'ira di Draghi per le dosi ai più giovani: "Smettetela di vaccinare chi ha meno di 60 anni"

Dario Martini
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Mario Draghi indica la strada per mettere in sicurezza il prima possibile le fasce che rischiano maggiormente a causa del Covid. E, allo stesso tempo, il premier cerca di rassicurare sul vaccino AstraZeneca. Lo fa in conferenza stampa assieme a Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità.

Draghi spiega che per prima cosa su AstraZeneca vanno "seguite le linee guida del ministro della Salute, Roberto Speranza, e anche dal Cts. per cui c'è la  raccomandazione di usare questo vaccino su chi ha più di 60 anni età". Il premier, però, ha a cuore soprattutto un tema: "Bisogna vaccinare chi è più anziano. Prima chi ha più di 80 anni, Poi chi ne ha tra 70 e 80. Poi ancora chi ne ha tra 60 e 70. E così via". Ecco allora che Draghi dice senza tanti giri di parole: "Il commissario Figliuolo ora uscirà con una direttiva, ma smettetela di vaccinare chi he meno di 60 anni". E fa un esempio ponendo una domanda: "Che senso ha vaccinare psicologi di 35 anni perché sono operatori sanitari anche loro?".

 

Il premier non riesce a tollerare chi si fa inserire nelle liste nonostante sia giovane e rischi molto meno di chi è anziano: "Con che coscienza queste persone saltano la lista e si fanno vaccinare sapendo che lasciano esposte a rischio di morte le persone che hanno più di 75 anni?".

E a chi gli fa notare che ci sono dei ritardi nelle forniture delle dosi, Draghi ribatte: "La disponibilità dei vaccini non è calata. Oggi, ad esempio, abbiamo avuto 293mila vaccinazioni. La disponibilità che abbiamo ad aprile di vaccini permette di vaccinare tutti gli over 80 e gran parte di chi ha più di 75 anni entro la fine del mese. Se noi riduciamo il rischio di queste persone è chiaro che possiamo riaprire con tranquillità".

 

Il tema delle riaperture è stato anche al centro di un incontro che Draghi ha avuto con il leader della Lega, Matteo Salvini, proprio prima della conferenza stampa con i giornalisti. "Voglio vedere le prossime settimane di riaperture - aggiunge Draghi - ma di riaperture in sicurezza. A ripartire dalle scuole". Il punto centrale sono le vaccinazioni. "Quanto più celermente procederanno le vaccinazioni, tanto più celermente ci saranno le riaperture. E quando parlo di vaccinazioni - ripete Draghi - mi riferisco alle categorie a rischio. Sono queste che contano. Però non ho una data, perché dipende dall'andamento dei contagi".

A questo punto, Draghi cede la parola a Locatelli. L'esperto spiega che i casi di trombosi sulle persone vaccinate con AstraZeneca sono veramente pochi: "86 casi su una platea di almeno 25 milioni di vaccinati. La scelta di raccomandare un uso preferenziale di questo vaccino  (per gli over 60, ndr) risponde all'esigenza di coprire le popolazione più fragili ed escludere i soggetti sotto 60 anni , perché oltre 60 anni i casi registrati con vaccino Astrazeneca sono addirittura minori dei casi attesi di complicanze trombotiche su chi non è vaccinato".

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