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Domenico Arcuri, niente indagine: chi ha paura dei guai dell'ex commissario

Francesco Storace
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Perché Roberto Fico, presidente della Camera, non tira fuori la proposta di inchiesta parlamentare sui guai combinati dall’ex commissario all’emergenza Covid, Domenico Arcuri? Oltre centomila morti non bastano per pretendere trasparenza su ciò che è stato combinato in una stagione davvero buia? Da oltre un mese, il deputato di Fratelli d’Italia Andrea Delmastro ha depositato una proposta per istituire una commissione d’inchiesta per investigare sugli errori commessi. 

LA PROPOSTA DI DELMASTRO (FDI)
Il presidente della Camera non ha ancora trovato un attimo di tempo per assegnare la proposta alla commissione competente per poterla approvare nel più breve tempo possibile. Pare incredibile ma è così. Eppure di argomenti su cui indagare ce ne sono davvero assai e Delmastro li ha ben riassunti. Anche perché durante la pandemia, “con sovrano disprezzo per i morti, personaggi vicini al Commissario Arcuri facevano affari milionari”, scrive il parlamentare di Fdi a corredo della sua richiesta.

LE MASCHERINE DALLA CINA
Casini inenarrabili, stando alla meticolosa ricostruzione di Delmastro. Prima Arcuri aveva fissato un prezzo calmierato per l’acquisto di mascherine, senza tenere in considerazione i grossisti e i rivenditori al dettaglio, come le farmacie, i quali nel frattempo ne avevano acquistato grandi quantitativi a prezzi di mercato, sensibilmente superiori a quelli imposti. Come era prevedibile, tale situazione antieconomica ha provocato una significativa scarsità di mascherine, costringendo la struttura commissariale ad approvvigionarsi nei mercati esteri, principalmente la Cina, e a ricorrere ad affidamenti diretti o a procedure negoziate. In particolare, una fornitura di 801 milioni di mascherine FFP3, per la quale lo Stato ha corrisposto 1,25 miliardi di euro, che il Commissario straordinario ha acquisito mediante l’intervento di due piccole società cinesi, le quali avrebbero fornito all’Italia dispositivi di protezione individuale di cui non si conoscevano i produttori anziché reperire prodotti già affermati sul mercato. La magistratura sta facendo piazza pulita.

L’UOMO DI INVITALIA
Un ruolo da chiarire è stato ricoperto da Natale Errigo, consulente di Invitalia Spa e nominato nella struttura del Commissario straordinario. Natale Errigo ha fatto parte del team a cui è stata affidata la gestione della distribuzione dei prodotti come mascherine, dispositivi per la sicurezza individuale e vaccini anti-COVID, nonché il contatto con i fornitori e con le strutture destinatarie. E’ finito in galera.

IL FLOP DI IMMUNI
Meritevole di approfondimento e di indagine da parte della Commissione di inchiesta parlamentare proposta da Delmastro il fallimento del sistema di tracciamento digitale attraverso la APP Immuni. Il sistema doveva essere utile per contenere e a contrastare l’emergenza epidemiologica da COVID19, perché in grado di “aiutare a identificare individui potenzialmente infetti prima che emergano sintomi e, se condotto in modo sufficientemente rapido, impedire la trasmissione successiva dai casi secondari“. 

Peccato che nessuno si sia fidato del sistema e tutto si sia risolto in un clamoroso fallimento della tanto strombazzata applicazione.

I BANCHI A ROTELLE
Per quanto riguarda l’ambito scolastico, si è dato alla gestione commissariale il compito di reperire i banchi monoposto tradizionali e le sedute attrezzate di tipo innovativo, i cosiddetti banchi a rotelle, richiesti dall’allora Ministro dell’istruzione, Lucia Azzolina. La procedura di gara europea per la fornitura di oltre due milioni di banchi per un valore pari a 45 milioni di euro si è conclusa solo poco prima del mese di settembre 2020, con un ritardo ingiustificato. La gara di appalto è stata vinta da undici imprese, tra cui la Nexus made Srl, un’azienda specializzata nell’organizzazione di eventi, con un capitale sociale di appena 4.000 euro, di cui soltanto 100 versati, che è stata ritenuta affidabile in merito alla fornitura di 180.000 arredi, al prezzo di 247,80 euro l’uno. Nessuno si è ancora scusato.

LE PRIMULE
Nel mirino della commissione, dovrà finire anche la gestione della campagna di vaccinazione da parte di Arcuri, in particolare per quanto concerne gli approvvigionamenti dei dispositivi medici, le siringhe « luer lock », e la costruzione dei centri temporanei destinati alla vaccinazione.

UNA MONTAGNA DI SOLDI
Per tutto questo, si sono spesi una montagna di soldi, senza giungere a risultati degni di nota. Indaga anche la magistratura sui vari filoni, ma c’è necessità di una analisi anche di carattere politico-parlamentare per evitare che tutto questo possa ripetersi in futuro. Ed è davvero grave che il presidente Fico non colga l’immediata necessità di investire il Parlamento esaminando velocemente la proposta Delmastro.

 

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