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Persi nove punti da febbraio, il sondaggio su Draghi è impietoso. Fiducia nei leader, sorpasso nel centrodestra

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C'è un piccolo "rimbalzo" nella fiducia generale nel governo: dal 40 al 41 per cento ma per Fabrizio Masia si è trattato di una sorta di "assestamento" rispetto al sondaggio della scorsa settimana. Ad Agorà, il programma condotto da Luisella Costamagna, giovedì 1 aprile tiene banco la consueta rilevazione del sondaggista. 

 

"Altra cosa è la fiducia nel premier Mario Draghi, molto più alta come è alto il gap con quella per il governo", spiega Masia. Ma anche le grandi fiducie si erodono, verrebbe da dire. "Il debutto un mese fa era al 63 per cento... E adesso?", chiede la conduttrice.  Draghi è partito molto alto ma ora tutti i problemi ricadono su di lui, sulla guida del Paese, riassume Masia che presenta il tabellone con chi sale e chi scende tra i leader. "La luna di miele si sta sfarinando e in poco più di un mese Draghi ha perso 9 punti", dice il sondaggista con la fiducia nel premier che passa questa settimana dal 56 al 54 per cento, ben al dis otto del famoso 63 per cento. È sempre un dato alto, ammette, ma il calo è significativo. 

 

Poi ci sono gli altri leader. Giuseppe Conte lanciato  tra mille insidie alla guida del Movimento 5 Stelle è stabile al 41 per cento "ma potrebbe scendere nel prossimo periodo, perché da leader in pectore del M5s perde quella fiducia trasversale da ex presidente". Un dato non del tutto negativo per Masia, perché significherebbe il rafforzamento di uno zoccolo duro. Vedremo. 

 

Anche Giorgia Meloni è stabile al 41 per cento e raccoglie un alto consenso nell'alveo del centrodestra, spiega Masia. La novità è rappresentata dal sorpasso di Luca Zaia a Matteo Salvini in termini di fiducia. Il governatore del Veneto guadagna un punto e sale al 35 per cento, uno in più del leader della Lega. "Ma come presidente di Regione è meno ideologizzato di un leader di partito come Salvini", spiega il sondaggista. Al 34 c'è anche Bonaccini mentre il neo segretario del Pd Enrico Letta è stabile al 31 per cento. "Rimbalzo di Silvio Berlusconi" che balza al 27 per cento. 

Nicola Zingaretti (23%) è in calo perché "in parte è uscito dalla centralità politica" mentre languono in fondo alla classifica  Luigi Di Maio (20 per cento, Matteo Renzi (14) e il grillino Vito Crimi: solo un italiano su dieci ha fiducia il lui.

 

 

 

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