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Covid, impegno della Lega per riaperture ad aprile. Il Governo cede su bar e ristoranti

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Domani sarà portato in Consiglio dei ministri il decreto legge Covid, ma non si arresta il pressing della Lega volto a garantire la possibilità di riaprire le attività dopo settimane di chiusura e di zona rossa o arancione. Ministri, sindaci e governatori del partito guidato da Matteo Salvini sono al lavoro e si sono impegnati affinché sia possibile, già da aprile, ovviamente nelle città con la situazione sotto controllo, un ritorno "al lavoro, allo sport, alla vita". “È necessario” - spiegano fonti del Carroccio - “correre su vaccini e cure domiciliari ma bisogna prepararsi al ritorno alla normalità”.

 

 

E il Governo sembra pronto ad alleggerire le misure volte a contenere il Covid e a diminuire la pressione del lockdown. Nel decreto legge Covid, che sarà domani in Cdm, sarà inserito un automatismo secondo il quale, sotto una certa soglia, tra il 15 e 20 aprile, prevederà un allentamento delle misure anti-contagio, in relazione a un eventuale miglioramento dei dati. Dal Governo spiegano che non si tratta del ritorno della zona gialla, ma piuttosto di un via libera ad aperture di bar e ristoranti a pranzo ed eventualmente anche della ripresa delle attività di teatri e cinema. Nel dl entra inoltre lo scudo penale per i somministratori di vaccini.

 

 

Questa mattina Salvini, in conferenza alla stampa estera, aveva affrontato il tema: “Noi diciamo quello che dice Draghi, riaprire quando i dati lo permetteranno. Semplicemente non riteniamo utile e nemmeno scientificamente plausibile stabilire oggi che per tutto aprile non se ne parli neanche. Decidere oggi che se ne parla a maggio è un discorso sbagliato. Chiediamo che nel decreto venga inserito che se i dati migliorano dopo Pasqua si possa procedere in automatico con le riaperture”. E sembra che alla fine Mario Draghi sia pronto ad accontentarlo.

 

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